Caratteristiche di un buon obiettivo: SMART e PEPSI

Chi vuole intraprendere un cambiamento in qualsiasi ambito – personale o professionale – deve comportarsi come il contadino che prima prepara il terreno, poi sceglie cosa seminare, poi semina, cura il raccolto e infine raccoglie i frutti, noi dovremmo fare chiarezza sulla nostra motivazione, sugli obiettivi da raggiungere, preparare una strategia adeguata e solo successivamente metterci all’opera.

Sto parlando di obiettivi difficili ma anche di quelli apparentemente più semplici: mettersi a dieta, superare un esame, ritrovare la salute, ottenere un nuovo lavoro o una promozione, vincere una gara, ecc.

Sulla motivazione torneremo – merita un discorso approfondito – mentre sulla definizione dell’obiettivo abbiamo già fatto qualche riflessione (ricordate Maxwell Malz?) e ripartiamo da lì. Ho preso come riferimento il lavoro degli esperti americani che, pur con tutte le pecche, sono parecchio pragmatici e bravi a semplificare concetti complessi, quasi come fossero formule magiche.

Secondo gli assunti della gestione degli obiettivi, oltre a garantire un equilibrio tra mente e cuore, un obiettivo per essere ben formulato deve possedere 6 caratteristiche chiave; innanzitutto deve essere S.M.A.R.T. (acronimo che sintetizza il metodo descritto da Peter Drucker nel suo libro The Practice of Management – 1954).

  1. SPECIFIC = SPECIFICO : un obiettivo deve essere il più possibile chiaro, preciso, facile da ricordare, non vago né generico (= ”Mi metto a dieta” VS “Voglio perdere 5kg”, “Voglio un nuovo lavoro dove guadagnare 1500 Euro mensili” VS “Voglio guadagnare tanto”, ecc.)
  2. MEASURABLE = MISURABILE : questo può essere a volte difficile, ma è necessario avere dei feedback positivi sul raggiungimento dell’obiettivo (è opportuno chiedersi: “Da cosa avrò capito che ho raggiunto il mio obiettivo?”) 
  3. ACHIEVABLE = ARRIVABILE : l’obiettivo deve essere realizzabile sulla base delle risorse e le capacità che ho a disposizione ORA .. Se dovesse mancare qualcosa è necessario scomporre il maxi-obiettivo in fasi intermedie, in scalini più bassi… Inutile sognare di diventare Carla Fracci a 38 anni senza aver mai calzato le scarpette a punta; difficile pensare di scalare l’Everest senza un allenamento preventivo che avrà, ovviamente, una sua durata nel tempo.
  4. REALISTIC = REALISTICO : se un obiettivo è irrealistico verrà abbandonato perché vissuto come scoraggiante; il confine tra questo punto e il precedente è labile, perché il concetto che vi è alla base è lo stesso. Meglio porsi un obiettivo ridotto (= perdere 5kg in un mese piuttosto che in 2 giorni e godere del risultato finale piuttosto che essere demoralizzati dalla prima pesata sulla bilancia che rischia di essere fallimentare). Un obiettivo ritenuto poco realistico induce nel soggetto scetticismo e demotivazione congiuntamente ad aspettative di fallimento.
  5. TIME RELATED = TEMPORALE : partendo dal presente è bene darsi un traguardo finale che determini il periodo di tempo entro il quale l’obiettivo deve essere raggiunto; questo consente anche di fare valutazioni intermedie, di controllare in modo proattivo l’obiettivo, di distribuire meglio il tempo se necessario ecc. Dobbiamo avere la percezione di essere sempre responsabili dell’andamento del percorso intrapreso.

Analogamente e parallelamente, l’obiettivo deve poi essere P.E.P.S.I., ossia:

POSITIVE = POSITIVO : devo chiedermi “Cosa voglio ottenere” e NON “Cosa non voglio/cosa voglio evitare”, in modo da dare una direzione chiara e non ambigua alla mia mente. Le frasi espresse con una negazione (ricordate?) producono sgradevoli effetti inconsapevoli sul nostro cervello. A proposito…. “Non pensate ad una scimmia blu che salta!”…. A cosa avete pensato??

EMOZIONAL = EMOZIONANTE : se l’obiettivo coinvolge solo la nostra parte razionale e non il cuore non si va molto avanti…

PRESENT = PRESENTE : l’obiettivo devo sentirlo importante “oggi” e non “per domani”, altrimenti c’è il rischio di procrastinarlo ad un momento che non arriva mai

SENSORIALE : l’obiettivo deve essere percepito a livello sensoriale, attraverso suoni e tutte le sensazioni al fine di produrre emozioni positive. Entra in gioco qui la nostra capacità di visualizzazione interiore della quale abbiamo già parlato e che conoscono bene gli sportivi: immaginarsi il tuffo perfetto, “sentendo” con l’immaginazione l’odoro del cloro che c’è tipicamente in piscina, il tifo degli spettatori, la tensione muscolare, il freddo sulla pelle, è il miglior modo per fare davvero una performance vincente.

IMMAGINATIVO : strettamente legato al punto precedente c’è questo aspetto, cioè la capacità di prefigurarsi il risultato finale, cioè immaginarsi già magri, ricchi, belli e famosi. In questo ci può aiutare una visual board o un video motivazionale.

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A queste caratteristiche dell’obiettivo ne va aggiunta almeno ancora una: l’obiettivo deve essere ecologico, cioè garantire il mantenimento del nostro equilibrio interno senza entrare in conflitto con i valori e le credenze che sono alla base della nostra identità. Non potrò mai diventare super-manager se questo comporta comportarsi in modo egoistico, competitivo, magari spietato, e queste caratteristiche non rientrano nella mia indole.

Tutto chiaro? Provate a formulare un obiettivo in questi termini e fatemi sapere come va!

 

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