Un’interpretazione psicosomatica suggestiva sul raffreddore

In quest’inverno finora piuttosto mite in molte zone d’Italia, immagino che molte persone siano ugualmente rimaste vittime del fastidioso e puntuale raffreddore.

Dal momento che sicuramente avrete appurato da soli che la maggior parte dei farmaci per il raffreddore sono palliativi, e che il raffreddore sembra inesorabilmente dover fare il suo corso prima di scomparire, allargare la nostra visione, comprendendo l’ottica psicosomatica, non può che e, nel caso peggiore, non aggiungere nè togliere nulla agli approcci tradizionali.

Ci sono diverse interpretazioni psicosomatiche sul raffreddore (non quello da fieno che ha altre interpretazioni): grande stanchezza che ci obbliga a fermare le nostre attività e a riposare ( = vantaggio secondario del sintomo) oppure confusione di pensiero (il “raffreddore di testa” rimanderebbe a una situazione di spossatezza mentale, ossia alle situazioni in cui non si sa più dove sbattere la testa per un problema che sembra insolubile) (Claudia Rainville, Metamedicina); il naso chiuso rimanda alle situazioni in cui ci turiamo il naso davanti ad un odore sgradevole (il naso chiuso potrebbe avere allora funzione protettiva spesso accompagnata da una diminuzione dell’odorato) e allora bisognerebbe chiedersi se c’è una situazione che “puzza” a tal punto da indurci alla fuga (Dott.Philippe Dransart, La malattia cerca di guarirmi); il catarro in gola potrebbe indicare un “conflitto di attaccamento” ( = siete attaccati ad una persona con cui non potete comunicare), mentre il naso che cola equivarrebbe ad un pianto non espresso (e quindi si risolverebbe più facilmente immaginando di piangere) (Gabriella Mereu, Terapia Verbale).

raffreddore e psicosomatica

L’ipotesi di cui vi parlo oggi è più complessa, esula dalla tradizionale psicosomatica poichè legata alla Nuova Medicina Germanica del dr. Hamer, sicuramente controversa, ma che offre spunti notevoli di riflessione sul collegamento tra traumi psichici e malattie.

Forse ciò che sostiene la sua teoria sul raffreddore è il modo più semplice di comprendere l’intera metodologia diagnostica del dr. Hamer, e possiamo valutarlo da soli senza attendere validazioni scientifiche che, purtroppo, probabilmente non arriveranno mai.

Partiamo da cosa dice la “medicina ufficiale” sul raffreddore. Sembra che finalmente si sia sposata l’ipotesi che non c’entra nulla il freddo nell’eziologia del raffreddore. In effetti basta ragionare: se fosse il freddo la causa, nei Paesi Nordici, con temperature più rigide delle nostre, dovrebbero avere tutti il raffreddore costantemente, mentre nei paesi caldi come l’Africa il raffreddore dovrebbe essere sconosciuto.
Ci viene detto che si tratta di virus, adenovirus, rinovirus, ecc., che per la loro azione replicativa indiscriminata non consentono addirittura preparare un vaccino. Ma da dove vengono questi virus? Non si sa. Ma perchè in una famiglia alcuni nasi si altri no? Non si sa, oppure è una questione immunitaria. Le questioni irrisolte sono molte.

Secondo Hamer l’errore metodologico di fondo consisterebbe nell’attribuire la causa delle patologie unicamente a ciò che può stare agevolmente sotto la lente di un microscopio su un vetrino… cosa che la mente umana ovviamente non può fare!
La metafora che viene proposta per aiutare a comprendere è questa: immaginate un extraterrestre che arriva sulla terra e vuole scoprire quale la causa degli incendi. Osserva una casa che brucia e chi vede sotto? a) i pompieri b) i proprietari c) i curiosi. In seguito osserva un altro incendio: cambiano i proprietari e i curiosi, ma ci sono sempre i pompieri. Infine elabora la statistica secondo modelli matematici e su 100 incendi si rende conto che una sola cosa non cambia: ci sono sempre i pompieri. La deduzione ferrea e logica che ne consegue è: chi causa gli incendi? I pompieri, ovvio!
Nulla di diverso viene fatto per l’anamnesi del nostro raffreddore. Virus = pompieri.

Vediamo invece come interpreta e spiega il raffreddore la NMG.
A cosa serve il naso? per annusare e perchè annusiamo? Per valutare.
Se ci viene proposto un cibo nuovo che non conosciamo per mangiare, istintivamente lo annusiamo. Perchè? Per valutare se è buono o no. Noi in effetti abbiamo nella mucosa nasale delle ghiandole che hanno il compito specifico di valutare se quel cibo è biodegradabile o no. Infatti rifiutiamo istintivamente un bicchiere di benzina, perchè i legami chimici delle sue molecole sono così saturi che il nostro organismo non riuscirebbe a sciogliere. Mentre se quell’alimento è biodegradabile ma non ingeribile (tipo gli escrementi), allora la biologia lo rende repellente all’odore. Ma ciò che noi dobbiamo annusare quale alimento non è diverso per l’attività olfattiva da ciò che comunque invade la nostra vita, anche in modo traslato. Gli animali che hanno ancora molto sviluppato questo senso lo usano appunto quando devono entrare in un territorio nuovo che non conoscono. Noi esseri umani compensiamo la vigilanza meglio con altri organi.

Quale dunque il problema che può incidere per noi esseri umani sull’olfatto?
Metaforicamente, il non riuscire a sentire cosa ci sta davanti o cosa sta dietro l’angolo (perché ovviamente è fuori dalla nostra portata visiva e non riusciamo a coglierlo), biologicamente ci costringe ad attivare di più l’olfatto perché gli altri organi non ci aiutano abbastanza. A questo punto entra in gioco la scoperta del dr. Hamer per cui il conflitto biologico si riversa sul nostro corpo, nell’organo funzionale al conflitto, quando è costituito da uno choc inaspettato e acuto.

Facciamo qualche esempio chiarificatore. Innanzitutto avviene che durante il conflitto della paura incognita attiviamo la mucosa nasale per annusare meglio (bruciore) quando poi il conflitto è risolto, abbiamo cioè preso visione e risolto la paura, avviene il processo di riparazione: la produzione di muco, elaborata dai nostri virus=pompieri. Il raffreddore è quindi già la risoluzione del conflitto.

Osserviamo i bambini che vanno all’asilo per la prima volta. Non siamo di fronte ai virus che hanno deciso di mettere su casa all’asilo, ma è il bambino che biologicamente vive per la prima volta un territorio nuovo a lui sconosciuto, una paura incognita, e tornando a casa risolve e arriva il raffreddore. Non caso non tutti prendono il raffreddore, perché non tutti vivono quella paura incognita. Osservate lo studente che deve superare un esame per lui difficile e incognito: dopo averlo affrontato arriva il raffreddore. Osservate chi prende l’aereo per la prima volta o chi va in vacanza in un Paese nuovo.

A questo aggiungiamo una ciliegina sulla torta.
C’è un conflitto di paura incognita che ci siamo costruiti con le nostre mani, retaggio della nostra infanzia. Quando le nostre mamme o nonne, sin da piccoli, hanno continuato a dirci :”Mettiti la maglietta, altrimenti prendi il raffreddore”, non hanno fatto altro che instillare in noi questa credenza, la paura del freddo. Diventa allora sufficiente prendere un colpo di freddo per far scattare in molti, ancora da adulti, la paura incognita di prendere il raffreddore… ed avendone paura, il raffreddore inesorabilmente e puntualmente arriva! 

Vi chiederete: “Allora, qual è la terapia?” Innanzitutto sarebbe necessario togliersi dalla testa la paura del freddo (il che, ovviamente, non significa che si debba per forza stare al freddo, vuol dire solo non averne paura, perché al caldo si sta decisamente meglio!) e la paura del contagio.

Nel caso in cui non fosse possibile comunque eliminare il conflitto di paura incognita possiamo/dobbiamo certamente aiutarci, prediligendo magari prodotti poco chimici, ma rivolgendoci alla Naturopatia (con qualcosa di balsamico e lenitivo o, meglio, riscaldante) o all’Omeopatia.  Gli studiosi di  Cromoterapia hanno stabilito inoltre che il colore rosso (colore caldo), scalda il corpo e stimola la produzione di sangue ed è dunque indicato per combattere la depressione, ma anche utile per curare il raffreddore e il mal di gola.

Al prossimo raffreddore, dunque, verificate in prima persona la paura incognita che avete vissuto poco prima e raccontatemi! raccogliamo statistiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*