Gli anziani Lakota dicevano ai bambini: “Sediamo in grembo a Madre Terra, dalla quale noi e tutti gli altri esseri viventi veniamo. Presto ce ne andremo ma il luogo in cui siamo ora rimarrà per sempre”. Così imparavamo a sederci per terra e a diventare consapevoli della vita in noi nelle sue innumerevoli forme.
Capo Luther Orso in piedi
In Italia sono esperienze sporadiche, magari legate ai weekend o a colonie diurne estive, ma gli asili e le scuole tra i boschi sono diffuse soprattutto in Svizzera (ben 15 asili ed una scuola!), in Germania e in Finlandia.
Secondo molti scienziati il contatto diretto con la natura fa crescere i piccoli più sani, più creativi, più coraggiosi, più sicuri di sé e, al contrario, una vita sempre più racchiusa – o reclusa – tra le mura domestiche potrebbe far insorgere la “Sindrome da astinenza di natura“
Il ricercatore americano Richard Louv ha il merito (?) di avere coniato questa triste espressione per indicare il disagio che colpisce un numero crescente di bambini, che – soprattutto nelle città – non trovano spazi per il gioco libero e che quindi trascorrono sempre più tempo segregati in ambienti chiusi, prevalentemente davanti a uno schermo, già in età prescolare.
Basandosi sui risultati di studi scientifici, Louv è giunto alla conclusione che quanto più spesso è confinato in un ambiente artificiale, tanto più l’essere umano ha bisogno – per mantenere la propria salute mentale e fisica – di un contatto compensatorio con la natura. Ciò è particolarmente vero in età evolutiva, quando il libero movimento è parte essenziale della crescita. Oggi molti bambini vengono diagnosticati come iperattivi, o sono in sovrappeso, o tristi, apatici, abulici, e nessuno si domanda se l’ambiente in cui vivono risponda alle loro reali necessità.
Ma come è possibile andare all’asilo o a scuola tra i boschi? “Basta dotare i bambini di tute termiche impermeabili e stivaletti di gomma o scarponcini da montagna: in questo modo possono restare all’aria aperta anche con la pioggia e con la neve”, vi risponderebbero probabilmente gli insegnanti. Banalmente semplice, no?
Non ci sono ovviamente i banchi, non ci sono le aule (solo un riparo in caso di maltempo), e quindi non ci sono delle vere e proprie classi. I piccoli imparano a fare le somme e le moltiplicazioni contando le ghiande delle querce, e i segreti degli uccelli o degli insetti osservandoli dal vivo nel pieno delle loro attività. E i libri? I libri sono conservati nell’unico spazio riparato a disposizione degli alunni: una casupola in legno dove, con i testi scolastici, ci sono anche dei lunghi ripiani su cui disegnare e scrivere.
Intuisco le perplessità di qualche mamma, ma io preferirei vedere mia figlia infangata ma felice… voi no??
Cerchiamo comunque di capire meglio…
Quando è iniziata questa esperienza? Nel 1998 Remo Gugolz, un insegnante di 42 anni, ha fondato il primo asilo nei boschi in Svizzera prendendo spunto da realtà analoghe in Germania (dove attualmente ci sono 400 asili nei boschi, i cosiddetti Waldkindergarten) e in Finlandia. Quella che può sembrare una novità, in realtà, è un ritorno alle origini della pedagogia. Jean-Jacques Rousseau nel suo trattato pedagogico Èmile sosteneva che un bimbo educato in mezzo alla natura, senza libri né imposizioni, avrebbe fatto esperienza da solo del mondo e soltanto in un secondo momento, spontaneamente, “avrebbe chiesto un atlante”.
Come si svolgono le attività? L’attività nei boschi inizia alle 9 del mattino con un girotondo o una filastrocca e prosegue fino alle 4 pomeridiane. Si cucina, si mangia, si fanno le attività più diverse costantemente immersi nella natura. I bimbi hanno a disposizione piccoli coltellini, piccole seghe e altri attrezzi con cui portare a termine lavoretti di ogni genere.
Nella natura i bambini ritrovano lo spazio “per essere bambini”, per muoversi e correre liberamente, per attraversare fossi o fare giochi d’equilibrio sui tronchi, toccare e annusare fiori e bacche, lasciarsi cadere nell’erba alta o in mucchi di foglie secche, scoprire il verso degli uccelli e di altri animali o lo scricchiolio delle foglie. D’inverno possono esplorare tracce, riconoscere orme o cercare di catturare i fiocchi di neve con le mani.
“Di pericoli non ce ne sono – spiegano i promotori della scuola nei boschi -. In otto anni di esperienza non è mai accaduto niente di male a nessun bambino”. All’uscita dal bosco, c’è un ultimo girotondo: insegnanti e bambini si prendono per mano e salutano gli alberi, il sole, il cielo.
Quali i principali motivi del successo di questi asili? Questi asili sono benefici per la salute psicofisica dei bambini, da diversi punti di vista:
a – al centro della crescita del bambino viene messa l’educazione multi-sensoriale: vista e udito vengono stimolati dal canto degli uccelli e dal fragore della pioggia che cade.
b – il bosco diviene presto un luogo familiare dove fretta e nervosismo non hanno motivo di esistere, le grida e i rumori si disperdono, e il ritmo lento della Natura facilita la costruzione di amicizie, legate da giochi liberi e attività creative che rispettano i ritmi di ognuno, invogliano la collaborazione e la cooperazione (provate voi a costruire una capanna da soli!);
c – i piccoli, in questo ambiente, sono portati ad essere curiosi, ad aguzzare l’ingegno e a sfruttare la propria creatività: il pranzo devono prepararlo da soli (aiutati naturalmente dai maestri) e i giochi li devono inventare o costruire dal nulla;
d – i bimbi imparano presto a gestirsi da soli, devono sviluppare la capacità di adattamento, vivendo in prima persona le difficoltà del vivere sempre all’aria aperta, e i maestri li lasciano fare dando loro dei suggerimenti solo quando è strettamente necessario;
e – il bosco stimola pensieri avventurosi nei bambini ma richiede Rispetto e fa capire loro i propri limiti: i bimbi imparano uno stile di vita ecosostenibile e un’osservazione consapevole dell’ambiente che li circonda.
Questi asili sono riconosciuti anche in ambito accademico (si parla di “pedagogia del bosco”.. che meraviglia per le mie orecchie!) e studi commissionati dall’Amministrazione della scuola pubblica hanno dimostrato che i piccoli che frequentano questi asili non incontrano alcun problema alle elementari, quando devono stare seduti in un’aula per molte ore… Anzi, i bambini che frequentano un waldkindergarten sono meno aggressivi, più collaborativi e autonomi; sono inoltre meno soggetti a infezioni respiratorie, mal di gola e infezioni alle orecchie (fino all’80% in meno rispetto ai bambini che frequentano le materne tradizionali) e si fanno male più raramente … queste ultime considerazioni dovrebbe fugare gli ultimi dubbi delle mamme ansiose!
Anzi, voglio fare di più.. Vi lascio il link (Forest-Kindergarten) con una carrellata di fotografie professionali degli asili nei boschi… le immagini a volte contano più delle parole..
Che dire? C’È SPERANZA SE QUESTO ACCADE!
Fonte : d.repubblica.it