Il Buco nel Muro e l’apprendimento dei bambini: let them learn!

Ok, lo ammetto il post su ww.ted.com era solo un pretesto per parlarvi di una mia recente e quanto mai affascinante scoperta: Mr Mitra.. che non è nulla di quanto state immaginando..

Sugata Mitra è uno scienziato indiano, Professore di Educational Technology presso la School of Education, Communication and Language Sciences della Newcastle University.  È conosciuto come l’ideatore dell’esperimento “Hole in the Wall” (letteralmente “Buco nel muro”).

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Fonte biografia e immagine: http://en.wikipedia.org/wiki/Sugata_Mitra

Vi prego, prendetevi 15 minuti circa e guardate questo video. Chi conosce la mia passione per il potenziale umano, dopo la visione, potrà capire come mai ho i brividi…

Video Mr.Mitra

L’esperimento “Hole in the Wall” (HIV) è nato nel 1999. I sottotitoli sono un valido aiuto ma consentitemi di raccontarvi lo stesso la storia così come l’hanno percepita i miei sensi.

Prima osservazione: “These are places where good teachers won’t go”, ossia ci sono posti al mondo dove i migliori insegnanti non andranno mai, e questa è triste ironia perché è proprio in quei posti che essi sarebbero necessari ed importanti.

La storia inizia così: ‘The hole in the wall’, un computer incassato nel muro i un ufficio di Delhi che si affacciava su uno slum tra i più disastrati della città indiana. I bambini, scalzi e senza aver mai messo piede in una scuola, hanno cominciato a osservare quell’oggetto misterioso e da soli sono riusciti a capirne il funzionamento e a usarlo per ore.

Mitra si è accorto, con successivi test, che bambini di tutto il mondo, digiuni di inglese e di informatica, giocando insieme, imparavano a usare il computer in poco tempo e cominciavano a girare su Internet, registrare musica, imparare l’inglese.  Ha scoperto che un software di riconoscimento vocale induceva i bambini dell’India meridionale a migliorare la pronuncia dell’inglese per riuscire a far funzionare il programma. Ha visto che bambini privi di ogni cultura biologica imparavano le più recenti evoluzioni della genetica se usavano un computer carico di informazioni su quella materia.

“If children have interest, then education happens”: “Se i bambini hanno interesse, allora l’istruzione accade”.. questa affermazione è un’altra pietra miliare, una grande verità.

I bambini, per Sugata Mitra, sono capaci di imparare in modo diverso, aiutandosi tra loro e divertendosi, con un rapporto molto innovativo con il docente. Non so se si possa parlare di “cooperative learning”, apprendimento cooperativo, ma sicuramente i suoi esperimenti dimostrano che “l’unione fa la forza” e un piccolo gruppo a confronto, che collabora in modo responsabile e solidale, può arrivare là dove il singolo non riuscirebbe ad arrivare. Il docente diventa non superfluo, come sostengono alcuni detrattori del metodo, ma un facilitatore, un accompagnatore dell’apprendimento: Sugata ha definito questo come Educazione Mini-Invasiva  (MIE). Let them learn, lasciamoli imparare! Sicuramente viene ribaltata la tradizionale didattica frontale e, per me che sono un po’ diffidente nei confronti delle nuove tecnologie in mano a bambini piccoli, ne dimostra invece le enormi potenzialità, tutte da studiare per poterle sfruttare al meglio.

L’insegnante, più che fornire informazioni, pone domande, lancia provocazioni, e soprattutto incoraggia i ragazzi, come farebbe una “buona nonna”… anche questo concetto meriterebbe una parentesi enorme… fatico a resistere alla tentazione ma mi riprometto di tornare sull’argomento.

L’apprendimento sembra duraturo nel tempo, grazie alla memoria fotografica stabilizzatasi grazie al lavoro in team: anche per questo il coinvolgimento emotivo e cognitivo del gruppo è fondamentale secondo Mitra.

A questo proposito, Mitra ha inoltre disegnato una soluzione, che si chiama Sole (Self Organized Learning Environment) e che sta sperimentando in alcune località dell’India e dell’Inghilterra: ha reclutato un certo numero di anziane signore inglesi che si sono rese disponibili a fare le “nonne” via Skype, il cui compito principale è quello di incoraggiare i bambini al momento giusto. Tutte le scuole possono scaricare dal web il disegno di un Sole e applicarlo nel loro contesto.

TED (vedi post precedente!) ha finanziato il progetto di Mitra con un milione di dollari e “il buco nel muro” ha lasciato un segno nella cultura popolare, tanto che l’esperimento sembra essere anche alla base dell’ispirazione del famoso film The Millionaire diretto a Bolliwood nel 2008.

In Italia questo genere di sensibilità nei confronti dell’apprendimento digitale è diffusa e, anche se gli esperimenti di Mitra non sono esenti da critiche e detrattori, e sono passibili di miglioramenti, vale la pena approfondire. La questione è complessa e il problema di fondo non è sostituire i libri di testo: il problema è migliorare drasticamente il modo di imparare e la funzione della scuola. Il che è possibile. E l’esperienza di Mitra ispira gli innovatori e conferisce energia.

Tra l’altro – dice Mitra – l’Italia è l’unico paese in cui il suo libro è ancora in commercio: “Il buco nel muro. Come i bambini delle bidonville imparano usando liberamente il computer” (Effatà Editrice). Grazie Mr Mitra!

 

 

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