Ho appena pubblicato un post su un cartone animato a mio parere intelligente ed educativo, Matì e Dadà, nato con l’intento di avvicinare i bambini anche molto piccoli al mondo dell’arte grazie al divertimento.
Ho scoperto che Matì e Dadà sono i testimonial di un Concorso – che peraltro scade a breve, ossia il 31 luglio 2014 – lanciato dal Gruppo Bracco (gruppo integrato multinazionale che opera nel settore della salute) e che si intitola “Bracco in Pediatria: Disegnami.it”
Ve ne parlo in questo blog perché l’iniziativa intende stimolare i bambini a raccontare i piccoli malanni di stagione, con la consapevolezza che il disegno è il metodo più immediato ed efficace per dialogare con i bambini: è attraverso le loro piccole opere d’arte che ci parlano del mondo e della loro visione di esso.
Si richiede ai piccoli di raccontare cosa provano quando si ammalano e sono costretti a stare a casa a causa di mal di pancia, mal di gola, mal di orecchi, febbre e tosse (questi i 5 temi da sviluppare): i disegni possono poi essere inviati tramite posta ordinaria o web. Una vera e propria gara per 3 differenti fasce d’età, con premi in palio, che verranno assegnati attraverso una votazione online.
Sul sito ufficiale www.disegnami.it è possibile vedere tutte le ‘opere d’arte’ e leggere il regolamento, oltre che caricare i disegni stessi e visionare quanto finora pubblicato.
Anche i pediatri sono stati coinvolti nell’iniziativa e ci sono diversi valori aggiunti per quella che già di per sé mi sembra un’iniziativa lodevole, originale e che, soprattutto, può essere “utile”.
Probabilmente i promotori del Concorso si sono focalizzati sulle potenzialità catartiche del disegno ma anche sulle doti artistiche dei bambini: se noi genitori volessimo trascurare quest’ultimo aspetto – uscendo dal contesto del concorso – possiamo ipotizzare di fare un piccolo passo in avanti e sviluppare ulteriormente le capacità di auto-guarigione dei nostri bambini, prendendo spunto dalla Psicomagia, la tecnica della visualizzazione e il Metodo Simonton: possiamo chiedere loro, se già non è un’idea spontanea, di disegnare non un immagine statica della malattia, un’istantanea, ma una piccola storia (con un “prima” e un “dopo”), in modo che sul foglio oltre alla malattia sia contemplata la guarigione o comunque sia raffigurato il rimedio (anche magico, inventato sul momento) in grado di curare in un battibaleno il malanno. Ci possono essere due disegni distinti… non poniamo a priori limiti troppo rigidi.
La malattia è sempre vissuta dai bambini come un qualcosa di estraneo ed è utile sfruttare tutti i mezzi a disposizione per consentire loro di tirar fuori ed esprimere le proprie emozioni. Spiegare con parole semplici le fasi della malattia e dare al bambino il tempo per rielaborare le proprie sensazioni e lo spazio per raccontare ed articolare la propria esperienza: ascoltarlo, accoglierlo e sostenerlo.
Il dottore allora può diventare un super-eroe e abbracciare l’orsacchiotto può diventare terapeutico quanto prendere lo sciroppo: non ci sono regole, perché è valido tutto ciò che nella fantasia infantile – molto fervida! – può aiutare ad alimentare la speranza in una guarigione veloce, a sopportare ed “esorcizzare” (uso questa parola non a caso!) eventuali dolori e la tristezza, paura e solitudine che li accompagnano.
Ricordiamoci che trasportare nella finzione ciò che è reale e darsi la possibilità di manipolarlo rende tutto più sostenibile! E soprattutto ricordiamoci sempre che è necessario curare le piccole e grandi malattie dei nostri figli da un punto di vista fisico ma anche psico-emotivo!
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