Alda Merini e la gratitudine

Alda Merini, che io amo molto, ha scritto questa poesia che, un po’ come Zorro, il protagonista clochard dell’omonimo libro di Margaret Mazzantini, ci invita a trovare gratitudine anche laddove apparentemente non ha ragione di esistere.

“Gli anni più belli della mia vita li ho trascorsi in manicomio. Lì non scrivevo più,  ma ho imparato cos’è l’amore, che è  molto più  grande della poesia. Lì nessuno si lamentava, nonostante si soffrisse molto. Ed è stata una felicità  per noi tutti, l’accorgersi del dolore dell’altro. È questo l’amore che intendo. Mi infastidisce la curiosità, l’infelicità degli altri, la lagnosità .. Io non ho mai desiderato il mio compagno di cella, ma gli ho voluto molto bene. Ultimamente, uno di loro mi ha chiamata dicendo: “ Mi vien da piangere, adesso che sei diventata celebre, non per amore, ma perché non ti ricordi più di quando ti coprivo le spalle”.

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