Come ho scritto nel mio precedente post, ho scoperto per caso l’homeschooling (letteralmente “fare scuola a casa”) e trovando l’argomento stuzzicante da un punto di vista professionale ma anche personale, come mamma di una bambina che a settembre varcherà il cancello di una Scuola pubblica che dimostra di essere sempre più in crisi, ho approfondito a modo mio.
La nostra società, che ci piaccia o meno, è molto complessa oltre che fortemente competitiva e se vogliamo garantire un futuro sereno ai nostri figli non possiamo permetterci, come genitori, di delegare esclusivamente alla scuola il compito dell’educazione. La sfida per insegnanti, educatori, genitori non è mai stata così ardua.
Questa è l’intervista a Sybille Kramer (Buntglas), che ormai ha concluso la sua esperienza ma che, proprio per questo, può avere un punto di vista oggettivo della situazione. Ovviamente sul suo blog ci sono molte più informazioni e spunti di riflessione.
Cara Sybille, la prima curiosità che viene a me, mamma che ha optato per
il percorso scolastico tradizionale per la propria figlia, è la seguente: la
vostra scelta familiare di homeschooling era nata da una sfiducia nel sistema scolastico o partiva da presupposti differenti?
R: Il nostro percorso è iniziato dopo aver vissuto sulla propria pelle (anzi su
quella di nostro figlio) alcuni lati negativi della scuola pubblica nel
nostro paese, da lì abbiamo capito che per l’apprendimento come lo
intendiamo noi lì non c’era né spazio né comprensione o interesse, e abbiamo
dunque optato per una scuoletta autogestita (homeschooling collettivo) a
metodo montessoriano per qualche anno, per poi passare (dopo la chiusura
della scuoletta per motivi economici) all’homeschooling classico.
I vostri amici e parenti come hanno commentato la vostra scelta? L’hanno
prevalentemente condivisa o siete stati giudicati?
R: Alcuni all’inizio non capivano bene dove stava il problema, altri invece ci
hanno incoraggiato e sostenuto, per me era una sorpresa constatare che la
maggior parte delle persone che prendeva in modo positivo la nostra scelta
era “gente che aveva studiato” e addirittura diversi insegnanti dai quali
invece mi sarei aspettata delle critiche.
E le istituzioni scolastiche della vostra zona come si sono poste nei
vostri confronti? R: Nessun problema, hanno accettato la nostra scelta eseguito l’iter come previsto dalla legge, come inoltre abbiamo sempre fatto anche noi.
Ho notato che molti genitori che scelgono l’homeschooling iniziano a stimolare l’intelligenza quando i bambini sono molto piccoli, in età prescolare. Avete notato benefici nella stimolazione precoce?
R: Per quanto riguarda la nostra famiglia, non me la sento di dire che avrei
“stimolato” i bambini: semplicemente quando vedevamo che una cosa li
interessava di più, davamo loro tempo e spazio, materiali e occasioni
(visita museo ecc.) per approfondire. Ma non con lo scopo di “stimolare
l’intelligenza”, invece l’obiettivo era quello di “nutrire chi manifestava
fame” diciamo… (Notate la bellezza di questa espressione: “nutrire chi manifestava fame”!)
C’è un limite d’età o di scolarizzazione entro il quale ritenete che
l’homeschooling sia da preferirsi alla scuola “tradizionale”? E come
comportarsi quando si decide di rientrare nel “sistema”?
R: Secondo le mie esperienze direi che fino alla scuola media può essere
davvero un vantaggio scegliere l’homeschooling. Per dopo, non saprei,
sicuramente è una scelta che in primis deve compiere l’adolescente. I nostri
figli hanno deciso entrambi, dopo l’esame di terza media come privatisti, di
iscriversi ad una scuola superiore. Per me l’età giusta per cambiare è
quando questa scelta la fanno i bambini/ragazzi, in quel caso non ci sono
problemi all’entrata nel “sistema” perché è una cosa che hanno deciso di
affrontare loro stessi. I nostri figli all’inizio hanno ovviamente avuto
bisogno di un po’ di tempo per entrare nella routine di voti, compiti in
classe, compiti per casa… e questo strano sistema che “stai facendo
inglese, poi suona una campanella e all’improvviso dovresti concentrarti su
matematica”…;) insomma niente di troppo sconvolgente direi. Alcuni
insegnanti nemmeno si erano accorti che loro avevano alle spalle un percorso
diverso dagli altri.
Dopo tutti i benefici, quali possono essere i limiti dell’homeschooling (se ce ne sono)? Penso all’ipotetica carenza di socializzazione con i coetanei, alla necessità di confrontarsi con un’autorità diversa da quella genitoriale, al vissuto di “diversità” rispetto ai coetanei… R: No, non saprei, poi ovviamente dipende anche dalla situazione e le possibilità individuali; per quanto riguarda noi posso solo sottolineare che siamo molto contenti e soddisfatti della scelta che avevamo fatto.
Voi cosa ne pensate? Spero di avervi fatto conoscere qualcosa di nuovo, facendo emergere, come mia abitudine, senza pregiudizi, luci e ombre di questa realtà, in modo che possiate decidere con coscienza ciò che è meglio per voi.
Personalmente, nell’attesa magica della scuola che vorrei… mi impegnerò per essere una mamma che affianca gli insegnanti il più possibile, sfruttando ogni occasione per creare momenti divertenti per la mia bambina, per tutta la famiglia, ma che siano allo stesso tempo educativi e formativi (per il suo intelletto e per la sua personalità).
Di homeschooling part-time parlerò a breve… work in progress..