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Quando per la prima volta ho letto alcune poesie e rime di Bruno Tognolini ho pensato che quest’uomo deve essere proprio speciale e geniale. Non so se è nonno ma, nel caso, i suoi nipotini sono stra-fortunati! Lui è un poeta e quindi sa creare rime perfette, ma qui non si tratta solo di suono e di ritmo. Sono gli argomenti e i contenuti delle sue filastrocche e poesie che mi hanno colpito. Lui gioca con le parole ma “fa sul serio”. Io credo fortemente nel potere delle “parole”, ormai si è capito: le parole che possono avere un effetto devastante, se male-dette, ma anche taumaturgico, catartico se bene-dette.
In questo libro, nello specifico, le parole sono scelte, cercate, calibrate, per far riflettere i bambini – e gli adulti – sulla rabbia, emozione primaria ineludibile, inevitabile, ma gestibile. Ci sono rime per la gioia, la tristezza, ed ora anche per la rabbia, per legittimarla, per spiegare ai bambini, finalmente (!), che si può essere arrabbiati (ogni giorno ci sono dei motivi purtroppo!) e si può anche esprimere questo sentimento, con le dovute maniere.
Queste sono dunque rime per essere lette, per ridere e/o per allentare la tensione, consolarsi e ritrovare la serenità. La rabbia è al centro delle rime, ma ci sono anche le relazioni (gli amici, la famiglia, …), le altre emozioni, i sentimenti. Tognolini ci parla infatti di un cuore ferito, di un’amicizia lesa, di un torto subito, di punizioni subite a denti stretti, di un desiderio rimasto sospeso nell’aria, di un incontro mancato. La lettura di queste rime provoca a volte sorrisi, a volte lascia l’amaro in bocca, a volte stringe il cuore, altre volte fa – appunto! – incazz… ops… Mia figlia di 5 anni e mezzo ride, principalmente ride, ma ha già colto alcune rime che potrebbero fare al caso suo…
In apertura al libro una citazione di William Blake che racchiude il “perché” del libro: “Ero arrabbiato col mio amico: dissi la mia rabbia, la mia rabbia finì. Ero arrabbiato con il mio nemico: non la dissi, la mia rabbia crebbe.”.
Dunque offriamo ai bambini infuriati poesie speciali, parole poetiche e belle, perché magari, dicendola bene, “la rabbia fiammeggia meglio e sfuma prima”. Le poesie forse si possono copiare sul diario di un amico che ci ha offeso, su un bigliettino da inviare a un insolente: sono formule magiche! Solo dopo che la rabbia di esprime, forse, ci sarà spazio per il perdono.
Dalla prefazione di Anna Oliverio Ferraris, che da esperta di psicologia infantile, riuscirà forse ad esprimere meglio ciò che ho in mente e desidero trasmettervi:
“(…) Le parole aprono scenari nella mente, ci mettono in contatto con i nostri ricordi e le nostre esperienze e ci fanno pensare. Hanno anche il potere, quando siamo arrabbiati, di farci immedesimare, sfogare e poi calmare. In queste rime veloci e divertenti il poeta ci dice che arrabbiarsi è lecito e normale, che può capitare a tutti di sentirsi furiosi quando qualcuno ci tradisce, ci fa delle cattiverie, è prepotente, stupido o indifferente, quando ci fa ingelosire o ci punisce ingiustamente; ma ci dice anche che se noi riusciamo a esprimerla con le parole (oppure con il disegno, il gioco o la fantasia) la rabbia alla fine si sgonfia – puffff – proprio come un palloncino di gomma a cui sia stato tolto il laccio”.
RIMA DEL TONTO TAPIRO
E tu mi prendi in giro
E poi ti guardi intorno
Come un tonto tapiro
Per vedere l’effetto
Della burla del giorno
Della balla che hai detto
Come una grossa vacca
Che fa una grossa cacca
E poi si gira lenta
E la guarda contenta.
RIMA DEL BRANCO
Voi ridete, bisbigliate
Quando arrivo ve ne andate
Io son solo, sono stanco
Ma voi siete solo un branco
Siete un gregge scemo e duro
Quando arriverà il leopardo del futuro
Io da solo scapperò
E voi in branco no.
MALAUGURIO DELLE RISATE
Io vorrei che tu, con le mutande scese
Facessi a saltelloni tutto il giro del paese
E tutti ti guardassero da tutte le finestre
A scuola si affacciassero i bambini e le maestre
E tutti ti indicassero, segnandoti col dito
Tutto il quartiere a ridere, a ridere impazzito
Tu nudo come un passero in mezzo a fischi e gridi
Tu che ogni giorno mi indichi e ridi
Mi indichi e ridi
Mi indichi e ridi.
RIME DEI PAPÀ
Tuo papà ha il fuoristrada nero?
E il mio ha un cammello d’argento
Tuo papà lavora al ministero?
E il mio fa le pizze di vento
Tuo papà ha un orologio firmato?
Il mio chiede l’ora agli gnomi
Tuo papà è un ingegnere avvocato?
Il mio è un domatore di fiumi
Tuo papà ha mille azioni di borsa?
E il mio ha una borsa da spesa
Tuo papà ha due auto da corsa?
E il mio corre a piedi in discesa
Insomma ho capito: tuo padre è più ricco
Più bello e vincente, più grande e potente
Più forte, più duro, più fiero del mio?
Forse è vero
Però tu non conosci mio zio…
Era proprio necessario un libro sulla rabbia? L’autore risponde per me: “Necessario perché la rabbia è un’emozione primaria, troppo importante, troppo presente a tutti noi per lasciarla tutta e solo nelle mani del Grande Fratello.”.
Caro Babbo Natale, vorrei tanto conoscere Bruno Tognolini!!!