La Terapia Verbale di Gabriella Mereu: ascoltare per guarire

La terapia verbale è un approccio particolare alla psicosomatica elaborato dalla Dott.sa Gabriella Mereu, medico chirurgo che dopo la formazione tradizionale si è diplomata di Medicina Olistica, in Grafologia e in Medicina omeopatica.

Gabriella-Mereu

La teoria parte dal presupposto – comune a tutte le teorie psicosomatiche – che ogni disagio che il nostro corpo manifesta è un segnale: è necessario innanzitutto non ignorarlo, poi cercare di interpretarlo e, comprendendone il messaggio, attivare le risorse di auto-guarigione.

La Dott.sa Mereu, nei sui anni di clinica e ricerca, ha osservato come ogni persona, ogni paziente, quando esprime verbalmente un disagio/disturbo/dolore/malattia, usa inconsciamente determinate e specifiche parole e non altre.

Ognuno di noi usa cioè un linguaggio poetico e metaforico, che è allo stesso tempo individuale (diverso per ciascuno) e collettivo, perché fa riferimento a quello che lo psicoanalista Jung definiva “inconscio collettivo”. La Dott.sa Mereu ha coniato il termine “pazientese” per definire questo linguaggio che si compone di proverbi, modi di dire, filastrocche, detti popolari, tutti ad alto contenuto emozionale.

Le “parole chiave” che utilizziamo sono tutte strettamente legate all’emozione che è alla base del problema che ha causato la malattia. Taglio, strappare, vuoto, spezzare sono, ad esempio, tutte espressioni che hanno un evidente significato profondo ed allusivo ad una deprivazione affettiva, un abbandono. Un peso, una stretta, una morsa, sento un’oppressione, sento qualcosa che preme indicano invece una sensazione di prigionia rispetto ad un “tiranno” (sia esso un partner, un genitore o un datore di lavoro).

Se il paziente pronuncia spesso la parola “appoggiare” significa che sta manifestando l’esigenza non soddisfatta di avere un appoggio affettivo del prossimo: tale espressione si ritrova verbalmente nel dolore alla nuca, quando la persona “non può più appoggiare la testa sul cuscino” oppure, fisicamente, nelle eruzioni cutanee, come la psoriasi, che sovente si manifestano proprio nei punti d’appoggio come ginocchia, gomiti, nuca, natiche, talloni.

Ecco dunque che il mio mal di testa è, allo stesso tempo, uguale e differente da quello di ciascuno di voi: per me si tratta di una morsa a livello delle tempie, mentre per qualcuno di voi probabilmente è una fitta che trapana, una lancia che trafigge, o ancora una pressione, un bruciore, ecc. Parole differenti che utilizziamo quando siamo dal medico (quasi nessuno utilizza termini tecnici e parla di emicrania o cefalea, o no??) che declinano la stessa patologia in dolori differenti, che non dovrebbero, intuitivamente, trovare la stessa identica risposta terapeutica, bensì una soluzione personalizzata, ad hoc. La medicina tradizionale allopatica non fa questo, limitandosi alla prescrizione di un unico rimedio, un unico farmaco pressoché identico per tutti. Il medico è spesso spazientito se ci dilunghiamo a descrivere le sensazioni soggettive, mentre la Dott.sa Mereu sostiene che è necessario innanzitutto “ascoltare per guarire”.

La Dott.ssa Mereu afferma che: “Solo il sentire porta alla verità e alla motivazione per la ricerca. La terapia verbale nasce dalla mia personalissima arte che si esprime ascoltando il paziente. Quest’arte si rinnova sempre ad ogni caso perché ogni caso è diverso. Non posso quindi insegnare una tecnica, ma posso trasmetterla dando degli esempi affinché chi la voglia attuare, la applichi sempre a suo modo e secondo il suo sentire.

Quando il malato parla, entro in trance e mi immedesimo in una bambina di tre anni che ascolta un bambino di tre anni. In questo caso cerco di cogliere quelle parole ad alto contenuto emozionale che seguono i temi scritti sotto. Il linguaggio del malato è molto diretto e semplice: esprime sempre un bisogno che è stato tolto in maniera infantile come libertà, verità, gioco, piacere, armonia, unione. È lo stesso Eros che parla, il nostro vero Dio, la nostra vera Vita che si lamenta. L’Eros nella sua espressione è allo stesso tempo ironico sentimentale e dotto; si esprime secondo le sue caratteristiche: il gioco, l’emozione e la guida.”

La terapia della Dott.sa Mereu è “omeopatica”, sia nel senso che mira a curare il “terreno psicologico” del malato e non a combattere una potenziale causa esterna (come un batterio o un virus) sia nel senso che “cura il male con lo stesso male”. Se la malattia nasce da un pensiero inconscio fallace, dall’immaginazione distorta, da una verità negata (perché è una verità che fa male!), la guarigione non può che arrivare dal portare questa verità alla consapevolezza ma in modo divertente, ironico, in modo che non faccia più male: il rimedio omeopatico infatti non è nient’altro che un veleno diluito al punto di non poter più nuocere e che poi viene dinamizzato, cioè scosso più volte, per conferirgli energia. La Dott.sa non prescrive rimedi omeopatici veri e propri, ma principalmente dà al paziente un’informazione in modo metaforico (usando quindi lo stesso linguaggio del paziente), con una storiella, una battuta, una frase o una semplice parola. 

“La malattia viene da una emozione e verità negata a causa degli schemi che sono stati impressi dentro di noi fin dall’infanzia da genitori scuola e società. Questi causano un conflitto di comportamento che è dato dal dilemma se ubbidire agli impulsi dell’eros o allo schema. Il mio intervento verbale è terapeutico perché, con la verità detta così improvvisamente, viene tolto lo schema, eliminando il conflitto. Avviene un piccolo shock a cui per qualche minuto il paziente risponde spesso con uno stato stuporoso, altre volte ride divertito e liberato, oppure gli si inumidiscono gli occhi. In questi tre casi, il sintomo passa quasi sempre. La terapia verbale è liberatoria sia per chi la fa che per chi la riceve.”

“Sono convinta che la medicina e il medico siano solo dei veicoli e che il medico dovrebbe funzionare solo da guida, affinché la guarigione fisica si attui insieme alla consapevolezza e alla evoluzione del paziente”.

La guarigione, dopo lo svelamento della metafora, può essere dunque immediata e la risposta terapeutica più bella è proprio la risata del paziente.

La Dott.ssa Mereu è un donna forte, per alcuni aspetti ruvida, ha diversi estimatori anche tra i suoi colleghi medici ma diversi detrattori. Prendendo esplicitamente ispirazione dalla teoria di Jodorowsky, la Dott.sa Mereu non esita ad essere provocatoria, a volte estrema, apparentemente eccessiva. Fa affermazioni forti sulla religione, sugli uomini (non sempre condivisibili da tutti), ma ancora una volta io vi invito ad andare oltre le apparenze a giudicare con criterio il metodo (non tutto il resto!) dopo aver approfondito, magari leggendo alcuni suoi testi (che sono semplici e brevi!) o guardando un video delle conferenze che tiene in diverse parti d’Italia. Le testimonianze dei pazienti – decisamente abbondanti anche in rete – non sono certo una garanzia di validità del metodo, ma sicuramente non sono nemmeno un demerito. Sono assolutamente convinta che una strada che invita ad una maggiore consapevolezza non possa che portare giovamento e sicuramente non è nociva. Buona lettura!

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