La psicosomatica e.. la somatopsichica

psicosomaticaLa consulenza psicosomatica merita un’attenzione particolare.

Dobbiamo tener presente una regola fondamentale: noi siamo formati da molte parti interconnesse. Ognuna di queste parla il suo linguaggio. Abbiamo un linguaggio del corpo, della psiche, dell’anima, dello spirito. Se vogliamo comunicare con una di queste parti, dobbiamo imparare il suo linguaggio, come se imparassimo una lingua straniera.

Il corpo ci manda costantemente messaggi usando per l’appunto un linguaggio corporeo. E il linguaggio corporeo è simbolico, metaforico: è un SINTOMO.

Semplificando, quando qualcosa nella nostra vita non va, il corpo si fa carico di dircelo usando il sintomo. E’ quello che si chiama ‘somatizzazione’. Attraverso il sintomo l’inconscio ci dice qualcosa. Il sintomo è un indicatore, una spia, di un disagio esistenziale. Dunque quello che il corpo dice ha un significato psichico. Questa fu l’intuizione non solo di Freud ma anche di un brillante medico, suo contemporaneo, Georg Groddeck (“Il linguaggio dell’Es”), il quale introdusse il concetto di ‘malattia psicosomatica’.

Praticamente in ogni specialità medica sono presenti disturbi psicosomatici specifici, disturbi che non hanno chiara base organica: in neurologia (cefalea o emicrania), in ginecologia e sessuologia (dispareunia, cioè dolore durante il rapporto sessuale; vaginismo, cioè impossibilità di penetrazione sessuale o anche medica; anorgasmia, cioè mancanza di orgasmo), in cardiologia (alterazioni del ritmo cardiaco in assenza di disturbi organici, ipertensione), in allergologia (asma), in gastroenterologia (gastrite, stitichezza, colon irritabile), in dermatologia (alcune forme di dermatiti, eczemi, psoriasi e alcune forme di alopecia), e così via. Tutti questi disturbi vengono solitamente curati con un farmaco sintomatico (che quindi elimina il sintomo ma non la causa) e spesso non si risolvono, tendendo invece a diventare cronici. Ma anche laddove i disturbi dovessero scomparire, la domanda da porsi è: sarà proprio la cosa giusta?, l’unica via percorribile? Considerando la malattia solo come un nemico da combattere a tutti i costi non cogliamo la preziosa opportunità di capire che ammalarsi riguarda la nostra intera vita e non solo in senso  fisico: il nostro benessere affonda le radici nelle emozioni e nelle scelte di vita, negli schemi di pensiero e di reazione abituali…E se il corpo “produce” malattie è potenzialmente anche in grado di farle scomparire.

Difficilmente i medici considerano il sintomo in relazione alla sua complessità e praticamente mai propongono un lavoro sulla correlazione corpo-psiche/emozioni (a parte gli omeopati o i naturopati). Se invece facciamo nostro il pensiero di Groddeck, che riteneva invece che quasi tutte le malattie organiche fossero modi con cui l’inconscio parlava, possiamo tentare di analizzare ogni disturbo, per esempio una tonsillite, usandone la forma come una metafora: se la gola si gonfia, ciò può significare che la gola rifiuta, metaforicamente, di ingoiare qualche boccone amaro.

Analogamente a Groddeck, grandi autori della Psicosomatica hanno dato la loro risposta sul perché ci ammaliamo, illustrato  il significato psicologico delle malattie più diffuse e dato indicazioni per un percorso di guarigione: alle persone comuni che soffrono tuttavia non interessano le teorie, e non è mio compito esporle loro.

Ciò che posso fare è aiutare il mio cliente, avendo a disposizione una gamma piuttosto ampia di ipotesi interpretative, dandogli spunti di riflessione per arrivare a porsi delle domande in prima persona, per dare un senso alla sua malattia, che è sua e solo sua, ed arrivare – si spera – a darsi delle risposte che inneschino il percorso di auto-guarigione.

Parallelamente alla psicosomatica, affermando dunque che la mente e le emozioni influenzano il corpo dobbiamo inoltre anche accettare il fatto che il corpo è in grado di influenzare la mente (somatopsichica). Ogni malattia organica, portando con sé dolore o limitazioni, genera emozioni negative e distruttive (tristezza, paura, rabbia, ecc.) che influiscono psicologicamente sulla vita della persona: si instaura un circolo vizioso in cui i sintomi possono aggravarsi o complicarsi e l’unica soluzione è imparare a gestire i vissuti emotivi legati alla malattia e iniziare a prendersi la responsabilità in prima persona della propria guarigione. Anche in questo caso lavorare con un professionista in ambito psicologico può essere di grande aiuto.

 

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