Per te, io vorrei. Ti racconto che il mondo può essere bellissimo

Per te, io vorrei. Ti racconto che il mondo può essere bellissimo.

Il titolo del libro di Licia Colò, sicuramente conosciuta più come presentatrice TV o per il suo impegno animalista e ambientalista che come scrittrice, è molto suggestivo e in qualche modo svela l’intento dell’Autrice, madre, di lasciare una traccia per la figlia ancora piccola, per mettere nero su bianco le cose essenziali che potranno esserle d’aiuto nella Vita. La cosa essenziale è che il mondo può essere bellissimo.

Ogni madre, ogni genitore, vorrebbe trasmettere tutto il proprio sapere ai figli, non solo nozioni e conoscenze, ma soprattutto desiderebbe raccontare esperienze sbagliate da non ripetere, esperienze invece straordinarie da sperimentare assolutamente; ogni genitore vorrebbe evitare il più possibile ai figli rimpianti e rimorsi, vorrebbe trasmettergli valori profondi, infondergli tutta la fiducia possibile in modo che non si senta mai in balia delle tempeste della vita. Per fare questo ci vuole tempo. Il timore di non riuscire a comunicare tutto ciò che vorrebbe alberga nel cuore di ogni genitore, abita i suoi pensieri e alimenta le sue ansie, in maniera più o meno inconsapevole. Tutti speriamo legittimamente di avere tutto il tempo a disposizione per veder crescere i nostri figli, di spegnere la centesima candelina, e poterli accompagnare strada facendo, passo dopo passo, fino a quando non sapranno camminare con le proprie gambe, ma allo stesso tempo sappiamo che non ci sono garanzie in merito. Soprattutto quando l’esperienza del diventare genitore avviene in età più “matura”, si avverte il tempo che scorre come un nemico che “rema contro” e che rischia – nel peggiore dei casi – di vanificare tutte le fatiche educative.

Trovo che scrivere un diario, una lettera (o qualcosa di simile) che in futuro possa diventare un vademecum per i figli cresciuti, un’autobiografia per lasciare una memoria di ciò che siamo nel presente e di ciò che siamo stati nel passato, per dire (e non dimenticare) oggi cose che saranno capite solo domani, possa essere per un genitore un’avventura estremamente catartica, proprio per lenire e placare le ansie per il futuro…

“Domani il mio viso sarà segnato da rughe profonde e le mie gambe mi renderanno difficile il camminare, ma ciò che vive dentro di me, ti assicuro, non invecchierà mai, e quando avrai modo di leggere queste righe ti renderai conto che la tua mamma, quello che lei è davvero, potrà vivere per sempre.

Consapevoli che i figli – in barba alle linee guida, ai nostri suggerimenti e consigli – faranno comunque la loro strada in autonomia, facendo magari scelte del tutto differenti dalle nostre aspettative e per noi incomprensibili.. Educare è forse l’impresa più difficile del mondo e non è certo scrivendo un diario che avremo garanzia di non essere delusi né di non entrare mai in conflitto con i figli. Non è scrivendo che garantiremo loro una vita senza problemi, un successo strepitoso, ma perlomeno non avremmo rimpianti (“Avrei potuto dire…”) e sicuramente la scrittura può aiutare chi fatica maggiormente ad affrontare il dialogo aperto con i figli, di qualsiasi età essi siano.

“Purtroppo, sai, a volte gli scontri un po’ più forti sono stati utili per capirci meglio. Adesso, però, posso dirti che, ogni volta che ho alzato la voce con te o ti ho dato una sculacciata, ho sofferto molto: si è sempre trattato di prese di posizione difficili, ma amare significa sopratutto educare e rendere forti, talvolta anche a scapito delle tenerezze che avrei sempre voluto privilegiare, ma non posso. Anche la natura ce lo insegna”.

Penso inoltre che anche semplicemente leggere questo libro – coinvolgente e a tratti commovente – possa essere terapeutico (in senso lato, come suggerito dalla Biblioterapia) perché consente alle madri – le più inclini ai sensi di colpa, al logorio interiore rispetto all’educazione – di capire che non sono le sole al mondo a mettersi in discussione quotidianamente, a provare determinati sentimenti, a desiderare certe cose e a temerne altre. Questo libro è un invito implicito ad aver fiducia in se stesse, a credere nelle proprie capacità innate e a sperare di poter contribuire, nel proprio piccolo, non solo al futuro sereno dei propri cuccioli d’uomo, ma anche al cambiamento della storia dell’intera umanità.

“La mia lotta quotidiana non sarebbe stata solo per insegnarti a leggere, scrivere… insegnarti il valore dello studio ma sarebbe stata anche quella di tentare di non farti ingoiare da questa mentalità dove il possesso governa sovrano, dove si è quanto si ha, e dove tutti i sogni sembrano essere acquistabili”

Ecco, tutto qui, volevo condividere con tutti i genitori queste considerazioni, raccontarvi questo libro che ho amato, e chissenefrega se questo post, senza ripetizioni, senza keyword, non scalerà mai le vette di Google SEO. Perché questo blog in fondo è nato con l’intento di esprimere delle idee, il mio personalissimo sentire, ed è un po’ il mio “Per te io vorrei..” lanciato in mare come messaggio in una bottiglia.

“Non ti ho mai parlato del “valore” della popolarità. Sai perché? Perché è un valore effimero, se non supportato da qualcosa di solido. In tv negli ultimi anni sono diventati popolari personaggi senza arte né parte. Parlare con voce pacata o educata sembra essere passato di moda, se non addirittura sinonimo di debolezza. Cerca sempre di migliorarti, non per gli altri, ma per te stessa”

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