Un anno di scuola è finito; per me e la mia famiglia, in particolare, è terminata la Scuola dell’Infanzia, e così dobbiamo in qualche modo lasciarci alle spalle l’atmosfera di tenerezza e gioco che ormai davamo per scontati ma che so benissimo che non ritroveremo più. Mia figlia è felice che domani sia l’ultimo giorno, sogna i Centri Estivi in piscina, ma lei ancora non si rende conto, non è consapevole di quale passo sta compiendo, non sa che il futuro sarà meno “coccoloso” e per lei, iperattiva e ribelle, sicuramente meno spensierato e più faticoso, con le gambe ferme sotto ad un banco per molte – forse troppe! – ore al giorno. Si chiude un ciclo di Vita e anche se il futuro sarà sereno, la nostalgia per ciò che è stato e mai più sarà è già forte. Quanti disegni, quanti lavoretti, quanti piccoli progetti, quanti pennarelli a punta grossa consumati… quanti ricordi!
Mi ritrovo estremamente commossa, riconoscente verso quelle maestre che ogni tanto non sono state perfette – intanto la perfezione non mi piace! – ma che mi consentivano tutte le mattine, con il loro sorriso e i loro baci di accoglienza, di lasciare mia figlia serenamente, sicura che sarebbe stata in buone mani.
Quando ho visto una maestra sbriciolare un biscotto fuori dalla finestra per nutrire gli uccellini d’inverno ho compreso che i valori, le piccole cose che quotidianamente cerco di trasmettere a mia figlia, avrebbero avuto a scuola una valida alleata.. e il mio cuore ha fatto un sospiro di sollievo.
Al pensiero che domani sarà l’ultima volta che varcherò l’ingresso di quella scuola non riesco a smettere di far scendere copiose lacrime e ad eliminare il groppo in gola. Non è questo tuttavia il contesto per dilungarmi in un ringraziamento personale alle due maestre di mia figlia, quindi estendo la gratitudine a tutte le maestre della Scuola dell’Infanzia, a quelle che, in una società sempre più povera di risorse e di idee, sono ancora motivate, creative, determinate… che si impegnano a trasmettere nozioni e valori che probabilmente rimarranno per tutta la vita… senza per questo tralasciare le coccole e i baci. Grazie perché, a dispetto di uno stipendio misero e di uno scarso riconoscimento del vostro ruolo, anche quest’anno avete asciugato le lacrime dei nostri bambini, avete aggiustato riccioli ribelli, applicato cerotti magici su ferite “tremende” e messo scarpe che sembrava proprio non volessero farsi indossare. Grazie per aver accompagnato le mani dei bambini mentre iniziavano ad avventurarsi nel difficile mondo della scrittura, per averli fatti cantare, danzare, pasticciare con la pasta al sale… Grazie per aver sopportato le loro urla vivaci e la loro esuberanza che, seppur sana, è sicuramente difficile da gestire. Avete dimostrato di avere grandi mani, grandi occhi e grandi orecchie… proprio come i super-eroi!
Grazie perché siete preziose: dovreste ricevere maggiori gratificazioni dal momento che avete tra le mani il bene più prezioso dell’umanità, i bambini, in una fascia d’età così delicata e fragile. A voi le parole di Madre Teresa di Calcutta, rivolte probabilmente ai genitori, ma che ben si adattano a tutti coloro che si impegnano quotidianamente nel difficile compito di <<educare>>.
Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.
Madre Teresa di Calcutta
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