Gli stivali delle 7 leghe va in vacanza!
Ne approfitto per scrivere un ultimo post legato allo stress e alla “cura” del proprio al tempo libero.
Secondo voi, quanto sono importanti il tempo libero e le vacanze nella vita di una persona che vuole mantenere il proprio benessere psicofisico più a lungo possibile? Come gestire la propria vacanza per evitare che diventi, come spesso accade, una ulteriore fonte di stress? Proviamo a fare alcune riflessioni…
<<Siamo all’Università di Berkley, in California. Un professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula, come ogni martedì. Il corso è uno dei più gremiti e decine di studenti parlano del più e del meno prima dell’inizio della lezione. Il professore arriva con il classico quarto d’ora accademico di ritardo. Tutto sembra nella norma, ad eccezione di un piccolo particolare: il prof. ha in mano un bicchiere d’acqua. Tutto il pubblico immagina che a breve avrebbe posto la classica domanda: “Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”
Quello che invece domandò fu: “Quanto credete che pesi questo bicchiere d’acqua?”
Le risposte variarono da 250 a 400 grammi.
“Il peso assoluto non conta, – replicò lo psicologo – dipende dal tempo per cui lo reggo. Se lo sollevo per un minuto, non è un problema. Se lo sostengo per un’ora, il braccio mi farà male. Se lo sollevo per tutto il giorno, il mio braccio sarà intorpidito e paralizzato. In ogni caso il peso del bicchiere non cambia, ma più a lungo lo sostengo, più pesante diventa.” E continuò: “Gli stress e le preoccupazioni della vita sono come quel bicchiere d’acqua. Se ci pensate per un momento, non accade nulla. Pensateci un po’ più a lungo e incominciano a far male. E se ci pensate per tutto il giorno, vi sentirete paralizzati e incapaci di far qualunque cosa.”>>
È importante, indispensabile, ricordarsi di lasciare andare le nostre fonti di stress. Alla sera, il più presto possibile, posiamo i nostri fardelli. Non portiamoceli addosso per tutta la sera e tutta la notte.
Ricordiamoci di posare il bicchiere d’acqua!
Purtroppo, troppe persone consentono a se stessi tempo libero e/o vacanze solo se il lavoro o il denaro sono sufficienti… ma è evidente che si viene a creare uno squilibrio: il tempo libero è importante, per il benessere personale, tanto quanto un’attività professionale gratificante!
Parlare di tempo libero impone ovviamente riflessioni quantitative ma, soprattutto, qualitative: è errato considerare il tempo libero solo come “ozio”, perché il tempo libero è un tempo di vita come un altro (esattamente come quello che usiamo per mangiare, per dormire, per lavorare, ecc.), che va speso con attività da dedicare a se stessi, alla ricerca di gratificazioni personali, per ricaricarsi delle energie spese lavorando, per rigenerare corpo e mente. Vedendo la questione in quest’ottica, il tempo libero può anche essere ridotto – per necessità – ai minimi termini, ma è comunque necessario e indispensabile per lavorare meglio, con maggiore energia fisica e mentale. Non vi è mai capitato di trovare la soluzione ad un problema ostico, sul quale vi siete scervellati per molto tempo, proprio durante un momento di svago? La lampadina di Archimede si accende perché il cervello, non più sotto stress, ha attivato tutte le sue risorse ed è diventato più efficiente!
Ci sono lavoratori che faticano a ritagliarsi del tempo libero, lo fanno quasi controvoglia: spesso sono liberi professionisti, o coloro che traggono maggiore soddisfazione dalla professione o da un’attività auto-gratificante. Ci sono anche i cosiddetti workaholics (termine che potremmo brutalmente tradurre con “ubriacatura da lavoro”), che sembrano dipendere dal lavoro, proprio come altri dipendono dall’alcool o da altre droghe tossiche. Malati di superlavoro, che soffrono spesso di cefalee o emicranie e sonno disturbato, e possono arrivare anche ad avere infarti o ictus come estrema conseguenza di questo modus vivendi. Per queste persone – di solito ansiosi solitari… ma non solo – il lavoro diventa il cardine di vita, senza tempo libero e con scarsa attenzione per le relazioni familiari o sociali. Il workaholic porta il lavoro a casa, a letto, nel weekend o in vacanza.
Forse un tempo avremmo lodato queste persone per il loro spiccato senso del lavoro, ma lentamente la società inizia fortunatamente ad avere coscienza delle ripercussioni negative che ha questa ossessione per il lavoro ha su tutte le sfere di vita e in America sono nati addirittura i primi centri terapeutici dedicati. (Fonte: Wikipedia).
Il tempo libero forse non è un diritto sancito ma è importante che ci impegniamo per farlo diventare tale! Esso acquista valore intrinseco perché è un tempo che noi “ci regaliamo”, che abbiamo reso libero (!!!) per dedicarlo a noi stessi.
Ovviamente non esiste una “ricetta del tempo libero” adatta per tutti: il lavoro è scandito da tempi per lo più rigidi, mentre il tempo libero ha l’indiscutibile vantaggio di poter essere gestito da noi; non possiamo dunque stabilire a priori, per tutti, quale deve essere la quantità di tempo libero necessario per la salute. Tuttavia, per una effettiva ricarica energetica, sarebbe opportuno garantirsi una parentesi di tempo libero su base giornaliera (bastano pochi minuti) o, perlomeno, settimanale (chi sostiene di non riuscirsi si sta probabilmente nascondendo dietro un alibi – sarà un workaholic? – oppure sbaglia qualcosa nell’organizzazione della propria routine).
Il tempo libero è un tempo da dedicare – e questo è un particolare importante! – ad attività completamente differenti da quelle abitualmente svolte. Niente corsi di aggiornamento, please!
Possono rientrare a buon diritto in queste attività rigeneranti tutti i cosiddetti passatempi e gli hobbies (la lettura, il collezionismo, la visione di film, l’ascolto musicale, la frequentazione di spettacoli, di mostre o musei, parchi, ecc.). Per le ragioni sovraesposte, non è consigliabile che un esperto di botanica passi tutto il tempo a leggere gli ultimi saggi pubblicati sull’argomento!
Recentemente molti hanno iniziato, a qualsiasi età, a dedicare parte del proprio tempo libero, a pratiche di riscoperta, valorizzazione e/o potenziamento personale: imparano tecniche di rilassamento/meditazione o esercitano abilità specifiche (frequentano corsi di lingue, si dedicano ad attività manuali per auto-produrre oggetti per sè ed i propri cari, imparano a suonare uno strumento, ecc.). Incrementare la propria cultura o le proprie abilità, magari riscoprendo talenti dimenticati o scoprendone di nuovi, è un ottimo modo per passare il tempo, così come lo è dedicarsi all’attività fisica, da soli o in compagnia, in palestra o all’aria aperta. Vorrei ricordare che diverse attività si possono svolgere a casa propria, in qualsiasi momento e sono a costo zero o molto ridotto. Non ci sono scuse!
Un’ultima riflessione va alle vacanze, che coincidono per lo più con le ferie: le vacanze sono considerate il tempo libero per eccellenza e servono a compensare la stanchezza accumulata sul lavoro durante l’anno, aiutano a romperne la monotonia e consentono di evadere dall’abitudinarietà alla quale i ritmi di vita quotidiani ci costringono.
Purtroppo molti continuano a considerarle erroneamente come un lusso (= una spesa in più da sostenere) o un qualcosa di superfluo, ma per il cervello e il corpo le vacanze sono una vera e propria boccata di ossigeno e andrebbero pertanto considerate, in prospettiva preventiva, una significativa misura di igiene sociale e mentale.
Anche in questo caso, dobbiamo sfatare qualche mito: affinché la vacanza ci possa offrire i benefici psicofisici sperati (grazie alla distrazione, alla ricreazione e alla evasione che ci offre), non è necessario affrontare spese eccessive, né impegnarsi in viaggi lunghi per raggiungere mete fiabesche, spesso fonte di stress (tanto che al ritorno ci si ritrova più stanchi che alla partenza!): se la vacanza è percepita come un “lavoro” perde il suo valore! Mi spiego meglio… Capita frequentemente che, percependo il tempo a disposizione per le vacanze come “ridotto”, ci si butti a capofitto in un programma carico di impegni, cercando di utilizzare il più intensamente possibile ogni millisecondo disponibile, ma questo non è – potrete facilmente intuirlo da soli – proprio la soluzione migliore per riposarsi! Alcune persone poi, pur essendo sdraiate su spiagge bianche all’altro capo del globo, restano con la mente (e magari anche il PC) nella città di origine, pensano al futuro, progettano, oppure ricordano ossessivamente le ultime seccature occorse prima della partenza e che ritroveranno alla propria scrivania al rientro.
La vacanza VERA, con carattere “terapeutico”, è quella che ricerca ritmi, paesaggi, ambienti e relazioni umane completamente diversi da quelli esperiti durante la quotidianità, imposti dalle convenzioni sociali o obbligazioni lavorative.
In quest’ottica è sufficiente un weekend ben scelto, ben vissuto. In effetti: mangiamo e dormiamo tutti i giorni, riconoscendo a queste attività un’importanza vitale, ma dedichiamo alle vacanze pochissima attenzione.. un vero peccato!
Io vi ringrazio per la compagnia che mi avete fatto finora, e vi auguro di trascorrere delle meravigliose vacanze, non andando alla ricerca di fughe dalla realtà o di paradisi artificiali, ma impegnandovi ad un cambiamento di prospettiva, ad una “fuga da voi stessi”, nel senso di riuscire a mettere da parte per un po’ i propri guai, le proprie paure, i propri dubbi e preoccupazioni. Spero riuscirete a posare il bicchiere!
Per ritrovarci a settembre pieni di energia da spendere!