Elimineranno la filosofia da scuola? (A tal proposito, se vi interessa leggete il precedente post) Decisamente un peccato… però possiamo sempre fare homeschooling proponendo spunti di pensiero critico ai nostri bambini quotidianamente e senza dover rendere conto a nessuno.
Questo avvicinamento alla filosofia ovviamente non rimane prerogativa dei genitori volenterosi, ma può diventare un’attività proposta da insegnanti illuminati, di ogni ordine e grado, al di fuori dei programmi ministeriali, semplicemente offrendo letture ad hoc oppure affrontando la propria materia con un taglio meno didattico-tradizionale e più “filosofico”, suscitando domande, creando conflitti cognitivi – veri motori della conoscenza e della maturazione – nei bambini e nei ragazzi.
Si può fare filosofia con i bambini? A partire da quale età? Io sostengo: si può ‘filosofeggiare’ a partire da… sempre!, perché i bambini, nella loro ingenuità, sono filosofi per eccellenza, pongono domande, domande che sottendono bisogni e desideri. Non sono solo domande tecniche, ma domande esistenziali.. Non ci sono solo “cos’è?” ma soprattutto “perchè?” (chiunque ha un figlio di 2-4 anni sa esattamente di cosa sto parlando!). e a quelle domande spesso gli adulti non sanno rispondere.
Domande piccole o grandi che si fanno sia i piccoli che i grandi: chi sono?, cosa è il tempo?, cosa è giusto?, cosa è sbagliato?, qual è la verità?, ecc.
Ogni domanda ne nasconde probabilmente, come in un gioco di scatole cinesi, altre: Perché piove? = Perché non posso scendere in cortile a giocare? = Pioverà per sempre?
Cos’è il lavoro? = Perchè devi lavorare? = Perchè non stai con me tutto il giorno? = Perchè è più importante, per te, andare al lavoro piuttosto che stare con me? = Se vai al lavoro vuol dire che non mi vuoi bene?
Ciò significa – per gli adulti chiamati in causa – ponderare bene le risposte ed eventualmente, senza farsi prendere dall’ansia, cercare prima di capire da dove nasce la curiosità, cosa sa già il bambino su un determinato argomento, quali sono le sue conoscenze pregresse. Da domanda nasce domanda.
Ricordiamoci sempre: non è mai filosofia “per” i bambini bensì “con” i bambini.
Perché fare filosofia con i bambini? Perché se ne avverte un assoluto bisogno: nel mondo attuale, in questo preciso momento storico, che tende a proporre ai bambini (e agli adulti!) soluzioni perlopiù precostituite, come accade con i giochi elettronici, la filosofia promuove la libertà di pensare! Perché la filosofia promuove la tolleranza! Perché la filosofia funziona come “baluardo contro il duplice rischio rappresentato dall’oscurantismo e dall’estremismo”. (Fonte: UNESCO)
Ecco alcuni spunti che ho trovato utili nei primi anni di lavoro progettando a scuola e che ora sono sugli scaffali della libreria di mia figlia. Ovviamente – lo ripeto – ogni buon racconto, le favole con la morale, una storia emozionante, si prestano ad una alfabetizzazione filosofica, ma avere strumenti ad hoc dai quali partire è un vantaggio.
Pillole di carta per piccoli filosofi e risorse didattiche per insegnanti “ispirati”.
Semplice ma adatto per bambini dagli 8 anni in su. Attraverso l’artificio della favola (per esempio le favole di Esopo), questo libro intende offrire al bambino dei “semi di pensiero”, piccole sollecitazioni al ragionamento autonomo e alla formazione di un’opinione.
.<<C’era una volta, e c’è ancora, un lungo dialogo che dura da più di duemila anni, fatto di curiosità, di tante domande e di qualche risposta che si chiama filosofia.
C’era una volta e ci sarà ancora qualcuno che seguirà i passi di quei bambini e continuerà questa conversazione, e forse è qualcuno che conosci molto bene.
C’era una volta un bambino che fece quattro passi nella filosofia, e se vuoi quel bambino sei tu.>>
Questo libro (anch’esso adatto per bambini da 8 anni in su… ma non poniamo troppi limiti alle potenzialità dei bambini!) racconta la storia di quattro bambini che non la smettevano di fare domande. I loro nomi sono: Agostino, Giordano Bruno, Thomas Hobbes, Cartesio. E sulla loro curiosità si è costruito quasi tutto il pensiero occidentale. Molte delle verità che conosciamo oggi, molte delle domande che non ci facciamo più.
Una delle più importanti autrici italiane, Anna Vivarelli, aiuta i ragazzi a capire il loro mondo interiore e la realtà che li circonda: cosa vuol dire essere amici di qualcuno (argomento spinoso già alla Scuola dell’Infanzia!)?, è giusto o sbagliato buttare le cartacce per terra?, come si fa a trovare un bravo maestro?, è possibile accettare che muoia qualcuno a cui vogliamo bene?
Partendo dalla vita di tutti i giorni e affidandosi al pensiero di Platone e Socrate, Aristotele e Kant, Seneca e Montaigne, i bambini sono invitati a riflettere sui grandi problemi che ci affliggono quotidianamente, prendendola con filosofia!
Questo libro nasce invece da un’esperienza pratica in una classe I di Scuola Primaria, quindi può essere di ispirazione per gli insegnanti (eccovene un assaggio) nella quale si è creato Il Pensatoio (o Sal8 filosofico), <<come luogo privilegiato mentale e fisico, dove alunni e alunne esprimono il proprio vissuto senza il giudizio del valore esterno e della valutazione>>. Tra le altre cose, sul tema: valutazione/voto in filosofia dovrei aprire una parentesi enorme!.
<<Oggi si dice che l’alunno deve acquisire e “saper utilizzare le proprie competenze”. Quale miglior modo per raggiungere tale obiettivo se non quello di di interrogare intelligentemente la propria mente?>>
Dulcis in fundo, da non dimenticare – piccola digressione rispetto ai testi precedenti – tutti i classici di Gianni Rodari, che aiutano a ragionare fuori dagli schemi. Due libri su tutti: adorabili!
Se vi interessa infine un documento molto articolato e preciso sullo stato e sulle prospettive della filosofia nelle scuole del Mondo vi lascio questo link ad un rapporto del 2007 dell’ Unesco, il cui interesse per la filosofia è di lunga data, dal titolo quanto mai significativo: “Philosophy. A school of freedom”.