La scuola in movimento

Di nuovo a zonzo per il Mondo per vedere se ci sono Tecniche Educative che potrebbero essere integrate nel nostro sistema scolastico. Anche questa volta non sono andata molto distante dai confini italiani: in Svizzera esiste la Scuola in Movimento.

Non si tratta semplicemente di una scuola in cui i bambini praticano più sport, ma di un vasto progetto che coinvolge insegnanti, alunni e genitori. Il suo obiettivo consiste nel promuovere l’apprendimento nella sua globalità (ricordate il mio post I pilastri dell’apprendimento?). La scuola, intesa come spazio vitale (!) per bambini e adolescenti, dovrebbe disporre d’infrastrutture suscettibili di promuovere il movimento in tutte le sue forme (palestre, cortili, giardini, ecc.). Lo sport, in questo contesto, ha sicuramente un valore fondamentale, ma allo stesso tempo è  molto importante che l’attività fisica svolga un ruolo non solo nell’apprendimento delle lezioni teoriche ma anche durante le pause.

Come funziona la scuola in movimento?

scuola in movimento1

Il motto del modello della Scuola in Movimento è «il corpo è più di un semplice sostegno per la testa, e a scuola abbiamo a che fare appunto non con la sola testa, ma con un essere umano nel suo complesso.» (Uwe Phüse, rinomato esperto in Pedagogia dello Sport, 2004)

Non posso riassumere in poche righe una realtà così articolata, ma vi invito a leggere direttamente il documento di presentazione in pdf (eccovi il link), che approfondisce ogni aspetto e il sito ufficiale dove poter trovare molto materiale interessante, riferimenti teorici/bibliografici e anche consigli pratici per l’applicazione.

Ovviamente le realtà scolastiche che vi menziono e che apprezzo (dalle scuole tra i boschi alla Giocomotiva) sono la realizzazione “in grande”, macro, istituzionale, di idee molto interessanti sullo sviluppo infantile e sull’apprendimento, ma esse possono essere messe in pratica anche, con le opportune modifiche, nel contesto “micro”, nella quotidianità dell’homeschooling parziale.

Tradotto in parole semplici: anche noi genitori potremmo aumentare il movimento dei nostri figli, con effetti benefici per tutti, non solo attraverso 2 ore di sport a settimana, ma come impegno quotidiano, uno stretching tra una sessione di compiti e l’altra, una partita a tennis virtuale con la Wii di mamma e papà (ovviamente con la dovuta supervisione) o, se c’è il sole, un gioco in cortile con i vicini di casa. Sui banchi di scuola italiani, purtroppo, l’innato bisogno di movimento dei nostri figli è precluso, e proprio per questo sarebbe necessario che in famiglia si dedicassero tempo ed energie a soddisfare questa esigenza.

Vi lascio qualche immagine dei “giochi da cortile”, o “giochi rurali”, un tempo molto più diffusi e popolari di oggi, da rispolverare non solo per chi come me è un’inguaribile nostalgica, ma perché rendono perfettamente e letteralmente visibile la possibile integrazione tra movimento, gioco e apprendimento (soprattutto della matematica, ma non in modo esclusivo).

giochi cortile

gioco in cortile

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Bella la Bewegte Schüle! Se questo accade, c’è speranza nel mondo!

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