Dialoghi al buio, notte, sogni e ombre cinesi con i bambini

Qualche tempo fa ho visitato insieme alla mia famiglia Dialogo al buio a Genova; non si tratta solo di un modo per far comprendere ai normodotati come vive e cosa prova quotidianamente un non vedente, per superare pregiudizi e sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questo tipo di “diversabilità”: quell’ora trascorsa nella più completa oscurità può diventare un’occasione preziosa per riscoprire la nostra multi-sensorialità, ossia per fare un viaggio tra i nostri altri – spesso sopiti, dimenticati, sottostimati non potenziati – 4 sensi (l’udito, il gusto, l’olfatto, il tatto e la propriocezione)… con una possibile parentesi aperta anche sul sesto senso, quello che, a dispetto dell’apparente strapotere dei primi 5, ci può salvare la pelle … un senso dall’origine ancora ignota ma reale e funzionante!

Il primo impatto con il buio porta con sé emozioni non semplici da descrivere, può creare confusione, incertezza, forse anche paura, perché siamo privati del senso più importante, che utilizziamo abitualmente per conoscere il mondo ma se ci si affida al proprio istinto, alle proprie sensazioni, l’esperienza si rivela unica e piacevole.

Mia figlia, dopo un’iniziale titubanza, è stata la prima a concedersi e ad abbandonarsi subito, mano nella mano con la nostra guida non vedente, a farci strada con la sua curiosità, la fiducia e l’apertura tipiche dei bambini.

Questa esperienza – ormai metabolizzata da tempo – mi ha fatto riflettere molto, non solo sull’importanza della vista, sulla mia miopia che mi impedisce di vedere alcune storpiature e brutture del mondo ma mi preclude l’ammirazione di alcuni bei dettagli e che, in ogni modo, nel corso del tempo ha condizionato il mio modo di muovermi nel mondo; ho veramente dialogato con il buio ed ampliato l’orizzonte delle mie riflessioni includendo temi come il contrasto luce/buio, ombra, notte/giorno, ecc.

Mia figlia avrebbe dovuto trattare in classe proprio questi temi nel II quadrimestre dell’ultimo anno di Scuola Materna, ma altri progetti hanno preso il posto della gita notturna nel bosco a sentire il verso dei gufi e a scoprire le lucciole e del lavoro sul sonno/sogno… un peccato se penso che queste esperienze sono così affascinanti per i grandi e così importanti per lo sviluppo psico-emotivo dei più piccoli. Mi sono allora messa alla ricerca attiva ed ho trovato un po’ di materiale interessante, diversi stimoli che si possono condividere con i bambini.

Perché, per esempio, non usare le ombre cinesi per iniziare a parlare ai bambini dei contrasti, della luce e del buio, e – perché no? – per affrontare in maniera creativa la paura del buio??

Le ombre cinesi sono un’arte antica dal fascino intramontabile: basta una torcia, una lampada o semplicemente un paio di mani per creare un mondo di immagini.

Forse non tutti sanno che l’Ombra – uno dei più noti archetipi collettivi teorizzati da Jung – è per molti bambini creativi, come l’amico immaginario, un Doppio rassicurante (Tilde Giani Gallino, Il Bambino e i suoi doppi, 1993) che lo aiuta nel processo di crescita. Tra i 3 e i 5-6 anni non è raro trovare bambini che giocano e parlano con la propria ombra proiettata, oggetto affascinante e misterioso che – nella loro testolina – può originare dal cielo o dalla notte. Si allunga e si accorcia, compare e poi scompare. L’elemento che provoca in alcuni bambini la convinzione che l’ombra possa essere un compagno di giochi risiede proprio nella sua dinamicità, dal fatto che si muove. Il bambino tenta di afferrarla e rincorrerla, salvo poi scoprire che questo compagno di giochi è un po’ ribelle e forse anche un po’ antipatico, perché più la insegui più fugge. Provate a domandare al vostro bambino: perché c’è l’ombra?, come ha scoperto la sua ombra? E ascoltate stupiti le risposte, oppure proponete un disegno e osservate… anche in questo caso potreste fare curiose scoperte. Osservate insieme a lui cosa succede quando piove e l’ombra non c’è, e chiedetegli che sensazioni ha vedendo che l’ombra può camminare davanti o dietro, essere vicinissima o lunghissima in base alle ore della giornata. Insomma, giocate anche voi con le ombre!

La prima pillola di carta è un vero e proprio manuale per divertirsi al buio: L’arte delle ombre cinesi… Facendo affidamento alla mia memoria riesco a riprodurre solo 2-3 ombre di animali, le più classiche, quindi il gioco dura poco, mentre in questo testo, una sorta di manuale, se ne trovano e si possono sperimentare ben 100!

L'Arte delle Ombre Cinesi

Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

Sempre sul tema delle ombre, molto carino da regalare perché omaggiato di una vera e propria piccola torcia con la quale illuminare le parti delle immagini che si sollevano in ogni pagina è Una nonna un po’ strega . Ogni personaggio dapprima misterioso (orco, folletto, ecc.) diventa visibile e lo stupore e il divertimento sono assicurati, soprattutto con i bimbi piccoli (diciamo dai 4 anni). Divertente da fare anche con gli amici, sotto le coperte, cercando di proiettare sulla parete di fronte al letto. I più piccoli provano più brividi, i più grandi – che si considerano “coraggiosi” e poco suggestionabili – colgono l’aspetto divertente.

Una Nonna un pò Strega - Libro

Non poteva mancare in questa mia rassegna Bruno Munari, considerato “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”; un uomo che ha dato contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. Un uomo che è stato definito “personaggio leonardesco” per la sua genialità!

Nella notte buia è un libro pubblicato per la prima volta nel 1956, rifiutato in origine dall’editore Bompiani come troppo bizzarro (“un libro senza testo?!?”) e poi diventato un cult, sempre attuale, per bambini molto piccoli ma anche per quelli più grandicelli, per lasciar correre la fantasia seguendo la piccola luce che si intravede da lontano, passando attraverso pertugi e buchi come caverne, tra le pagine nere o ruvide o trasparenti.

Tornerò di sicuro a fare un giro tra gli scaffali dei libri illeggibili ed i pre-libri e a farveli conoscere perché ne vale la pena!

Essendo ambiziosa, non precludendo nulla alla  potenziale genialità e alla sensibilità dei bambini, io penso proporrò a mia figlia Sogno di una notte di mezza estate, magari nella versione di questa talentuosa illustratrice romana che si chiama Giulia Tomai. In fondo si tratta di una commedia, un po’ una fiaba con tratti comici, un po’ poesia con bellissimi paesaggi notturni, boschi incantati e danze dei folletti… Gli ingredienti per carpire l’attenzione dei piccoli ci sono tutti e soprattutto, alla fine della storia, trionfa l’amore!

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<<In un bosco nei pressi della città greca di Atene, in una notte di mezza estate, si incontrano e si scontrano destini umani e divini, impegnati a inseguire un’illusione d’amore. Tutto è stato vero e tutto è stato un sogno, ma poco importa! La realtà dipende da come gli uomini guardano e vivono il mondo che li circonda>>

Anche questa versione, che fa parte della Collana Il Battello a vapore, e quindi garanzia di qualità, sembra molto interessante:

I due protagonisti sono trasportati su un palcoscenico a recitare parte della commedia di Shakespeare!

… ma i libri che potreste proporre sono veramente tanti…

Parliamo di notte e immediatamente pensiamo alle stelle, e se penso alle stelle e non posso non ricordare l’astrofisica Margherita Hack, che nella sua infinita intelligenza, ha pensato di scrivere testi appositamente per ragazzi:

<<Chi vive nei Paesi a cavallo dell’Equatore è particolarmente fortunato: soltanto da lì si possono vedere tutte le costellazioni del cielo! I più sfortunati sono gli abitanti delle estremità del pianeta: dal Polo Nord si vedono solo quelle dell’emisfero nord (quindi solo metà cielo), dal Polo Sud le costellazioni della parte meridionale della sfera celeste. Ma non è tanto grave: in fondo ai poli non ci vive quasi nessuno …>>

<< Tutti i popoli della Terra hanno immaginato di vedere nel cielo strane figure: animali, oggetti, personaggi di vario genere. Le costellazioni servivano a dare delle posizioni in modo semplice: per esempio, si poteva precisare dove si trovasse il Pianeta Marte dicendo, poniamo, “è nel Leone”. Così lo si individuava più facilmente. Ma le costellazioni erano utili anche ad avvicinare le stelle al mondo degli uomini. Nell’antichità il cielo notturno metteva un po’ paura, perché non si sapeva che cosa fossero quei puntini appesi là in alto nel buio. Associarli a qualcosa di familiare come un animale li rendeva più… simpatici>>.

e infine:

Questi ultimi sono testi adatti a bambini di almeno 10 anni – sono spesso ironici e/o comici ma pur sempre “saggi” – ma l’idea di portare i propri bambini in un planetario (dove spesso organizzano laboratori anche per i piccoli) o in un osservatorio astronomico è un bel modo per “cambiare punto di vista” per un po’ di tempo stando con la testa all’insù tutti insieme. Non trovate?

Infine ho trovato una serie di testi già selezionati, i “Coccolibri. Una morbida notte in biblioteca” che fanno tutti al caso nostro perché troverete tante altre proposte per tutti i gusti, per tutte le fasce d’età e tutte le esigenze.

Libri per dormire

Libri per coccolare

Libri per sognare

Libri per scacciare le paure

Libri per incontrare persone speciali

Libri per svelare misteri …

Il link è questo. Ora vi lascio, luce soffusa e… buona lettura!

Aggiornamento settembre 2014: “Sogno di una notte di mezza estate” è veramente fantastico; non so se mia figlia – una volta approcciata la letteratura inglese – si ricorderà, ma il libro, con le sue immagini delicate, la storia buffa e tenera allo stesso tempo, le è piaciuta molto. Ovviamente il consiglio per il genitore è, almeno la prima volta, di “gestire” la lettura, ossia di procedere mostrando le illustrazioni e spiegando un po’ la trama, modificando i termini più complessi.. insomma semplificando un po’.. Noi l’abbiamo letto a Ferragosto (un modo come un altro per festeggiare!) ma adesso è diventato uno dei libri che si sono guadagnati la prima fila sulla sua libreria.

Fonte immagini utilizzate per slideshow: sito di Chiara GP

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