Sfogare la rabbia con la bioenergetica di Lowen e un asciugamano

Non credo sia necessaria una premessa, una dissertazione teorica sulla rabbia, perché sappiamo bene tutti di cosa stiamo parlando. L’esercizio che vi propongo per imparare a gestirla è molto distante dalle tecniche che recentemente vanno per la maggiore (ad esempio il distanziamento o “estraniamento” proposto dalla PNL). Rientra nella serie di risorse gratuite di auto-aiuto per gestire le emozioni che metto a vostra disposizione e che sono praticabili da chiunque, in qualunque momento (o quasi!) e a costo zero.

La rabbia non si può dominare se prima non si è imparato ad accettarla come emozione primaria, inevitabile, e si impara ad esprimerla, a sfogarla.. senza possibilmente trasformarsi nell’incredibile Hulk!

hulk

Per Alexander Lowen, psicoterapeuta a mediazione corporea e ideatore della bioenergetica, ogni persona è un essere unitario, e che ciò che avviene nella mente ‘deve avvenire’ anche nel corpo. Quindi, se una persona è depressa e nutre pensieri di disperazione, impotenza e fallimento, il suo corpo mostrerà un analogo atteggiamento depresso, attraverso una diminuzione degli impulsi, una ridotta motilità e una minore ampiezza della respirazione; risultano depresse tutte le funzioni corporee, compreso il metabolismo, e ne consegue una minore produzione di energia.

Analogamente, “ogni muscolo cronicamente teso è un muscolo arrabbiato, dato che la rabbia è la reazione naturale alla restrizione coatta e alla perdita della libertà”. La rabbia quindi, per Lowen, nasce come risultato di una restrizione alla nostra spontaneità, restrizione che facciamo per sopravvivere alle minacce che percepiamo provenire dal mondo esterno. La repressione della rabbia sfocia nella repressione dell’amore: infatti reprimere i sentimenti è un processo mortificante che indebolisce la pulsazione interna del corpo, la sua vitalità e la sua eccitazione. E se si reprime un sentimento, si reprimono, in qualche misura, anche tutti gli altri.

Gli individui che per paura hanno represso la rabbia contro i genitori, per fare un esempio, mostrano una notevole tensione nei muscoli superiori della schiena. In molti casi la schiena è incurvata e sollevata, come quella di un gatto pronto all’attacco. Ma questo non significa che la persona sia in contatto con l’impulso rabbioso sottostante: molto probabilmente essa esprimerà questa tensione rabbiosa per uno stimolo di altra natura, che magari genera meno conflitto. Facciamo un esempio molto banale: non litigo con mio padre ma con il postino che suona troppo forte e che ha l’età di mio padre. In questo caso il litigio con il postino – totalmente inutile ai fini della consapevolezza – permette di scaricare parte della tensione e lo fa attraverso una relazione più neutra in cui emergono meno sensi di colpa se ci lasciamo andare.

Naturalmente, la mente può influenzare il corpo, proprio come quest’ultimo influenza la mente: in alcuni casi è dunque possibile migliorare il funzionamento corporeo modificando l’atteggiamento mentale, ma ogni cambiamento così indotto sarebbe solo temporaneo se i processi corporei sottostanti non subissero un cambiamento significativo. D’altra parte, migliorare direttamente funzioni corporee come la respirazione, la motilità, la sensibilità e l’auto-espressione ha un effetto immediato e duraturo sull’atteggiamento mentale. È necessario lavorare su due fronti contemporaneamente!

Per prima cosa è indispensabile “mobilizzare” l’energia aggressiva repressa, il che non significa certamente andare nel mondo senza filtri rispetto alle proprie pulsioni aggressive: sviluppare la capacità di controllo non è possibile se tuttavia non si sviluppa prima la capacità d’espressione

La bioenergetica ha ideato una seria di esercizi espressivi della rabbia che coinvolgono tutto il corpo: il movimento deve essere tale da connettere sensazioni fisiche, emotive e pensieri. Il controllo deriva dunque dalla consapevolezza e non dalla repressione. Non dobbiamo avere timore di esprimere la rabbia in modo fisico, soprattutto quando non si rivolge contro nessuno e quindi non provoca danni.

 

Espansione e Integrazione del Corpo in Bioenergetica

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Passiamo all’esercizio, che consente anche di esprimere aggressività: prendete un asciugamano, torcetelo, bene, bene, come quando si strizza un panno bagnato e poi, con le gambe leggermente aperte, le ginocchia piegate, sentendo bene il contatto con il terreno, iniziate a torcere ancora più forte, con le due braccia, spingendo in dentro, verso il petto.

asciugamano strizzato

L’esercizio, per avere un pieno effetto terapeutico, deve essere accompagnati da parole che ne confermino il significato. Dire “sono tanto arrabbiato” mentre eseguo un esercizio espressivo per la rabbia, integra la mente con l’azione corporea. Anche il tono della voce riflette e determina la qualità dell’esperienza…l’uso della voce fa risuonare il canale centrale del corpo aumentando notevolmente la carica energetica dell’azione. Immaginate allora che qualcuno stia cercando di appropriarsi del vostro asciugamano e urlategli “Dammelo, dammelo!”.

Dopo un po’ di tempo chiedetevi: sono arrivato al punto di sentire che riuscivo ad ottenere ciò che volevo (= l’asciugamano) oppure ho ceduto? Ho lasciato andare la presa dopo ogni richiesta o sono stato in grado di mantenerla? La mia voce aveva un tono sicuro e forte? Avere la sensazione di aver ottenuto ciò che volevo non è piacevole?

All’inizio potreste stupirvi del vostro potenziale aggressivo, potreste averne paura, ma a forza di ripetere l’esercizio ridurrete l’ansia e potrete controllare meglio questa emozione. Vi assicuro che è estremamente liberatorio!

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