Musica, benessere fisico e umore: usiamola strategicamente!

Che la musica influenzi l’umore non è una novità; la musica “ci gira intorno”, cantava Ivano Fossati, accompagna gran parte dei momenti della nostra vita: ci sono canzoni che ci portiamo dietro da sempre, quasi facessero parte del nostro DNA, in grado di riportandoci indietro nei ricordi, imprimendo come una fotografia indissolubile nella memoria moltissime situazioni che diversamente avremmo dimenticato; altre ancora, che associamo ad eventi spiacevoli e ogni volta che le riascoltiamo ci conducono in uno stato di malinconia e tristezza. La musica è pertanto una forma di stimolazione sensoriale che dà origine alla percezione di altri eventi sensoriali.

La psicologia della musica e la musicoterapia sono agli albori ma le ricerche dimostrano sempre più che, anche dal punto di vista medico, la musica ha un suo potenziale nella cura di numerose patologie come la depressione o l’ipertensione, ed è capace di aiutare in molte situazioni cliniche. La musica, in particolare, farebbe molto bene al cuore e sarebbe dunque un toccasana nei trattamenti per la cura delle malattie coronariche. Uno studio ha evidenziato come ascoltare la musica diminuisca la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco ed i livelli di ansia nei pazienti con malattie cardiache.

Ovviamente il tutto dipende da cosa ascoltiamo e dalla nostra predisposizione d’animo nell’esatto momento dedicato all’ascolto. Se ci pensiamo bene, la ninnananna – che, al di là delle parole, ha un ritmo particolare e imprescindibile – aiuta a far dormire i bambini, mentre gli adolescenti che non vogliono pensare a nulla, che vogliono estraniarsi dalla realtà, spesso scelgono canzoni delle quali nemmeno comprendono il significato del testo, ma hanno sonorità dure, veloci, e soprattutto sono ascoltate a volume altissimo.

Da uno studio della Caledonian University di Glasgow (che ha lanciato un progetto triennale di musicoterapia per selezionare i brani musicali che fanno bene alla salute, da adoperare per i pazienti affetti da disturbi dell’umore e depressione) è emerso che “l’impatto di un brano musicale su una persona – dice il coordinatore del progetto Don Knox – va oltre quello che si pensa, tanto che un tempo veloce può risollevare l’umore mentre uno più lento, può buttarlo giù“.

Se la nostra giornata inizia con una canzone di Gloria Gaynor, la reazione sarà di viverla con molta più energia; dolcezza e serenità ci darà invece un brano come “What a wonderful world” di Louis Armstrong. Gli studiosi dell’Università di Glasgow hanno anche stilato una lista di alcune canzoni che “fanno bene” all’umore: Tra queste troviamo Sexual healing di Marvin Gaye, Comfortably numb dei Pink Floyd, Cold turkey di John Lennon, Healing hands di Elton John, More than a feeling dei Boston e alright, Supergrass. Ma di canzoni, ognuno, in maniera del tutto soggettiva potrebbe citarne a migliaia: a tal proposito, i manuali di musicoterapia affermano che per arrivare ad uno stato di serenità, la musica più adatta è quella classica, altri indirizzano all’ascolto del jazz o della new age, ma è forse impossibile indicare precisamente quali siano i brani che possano avere valenza terapeutica, in quanto il discorso è sempre molto personale (… ad ognuno il proprio stivale!): ci sono canzoni che in una persona producono effetti psico-fisici positivi che in altri non producono e viceversa.

Sfruttiamo dunque queste conoscenze a nostro beneficio.. consapevolmente e strategicamente!

Tra il suono e il rumore, scegliamo la musica!
La vita frenetica, la città, il traffico e i rumori nei quali siamo costantemente immersi, finiscono per trasportare caos e frastuono anche dentro di noi, producendo agitazione, ansia, nervosismo; ascoltare la musica, beneficiando della sua essenza (senza essere distratti da altre attività) ci permette di entrare in contatto con la nostra parte interiore più profonda. Affinché la musica diventi ‘terapeutica’ è fondamentale ascoltarla per riuscire anche ad ‘ascoltarsi’, permettendo a noi stessi di entrare in uno stato fisico e psichico di rilassamento.

Un discorso a parte per chi pratica l’arte della musica, cantando o suonando, perché in questo modo mette letteralmente lo stress da parte, ma una ricerca che arriva dalla Norvegia, rivela che anche solo partecipare in modo indiretto al mondo dell’arte e della cultura in generale sarebbero in grado di combattere lo stress e curare l’ansia: i ricercatori dell’Università di Trondheimm dopo aver analizzato lo stile di vita di più di 50mila persone, pubblicando i dati sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health. Da questa ricerca è emerso chiaramente che coloro i quali hanno partecipato a concerti, mostre, e altre manifestazioni a carattere culturale, avrebbero una maggiore soddisfazione della loro vita, più autostima e considerazione di sé stessi. In più, il livello di stress ed ansia risulterebbe quasi nullo.

Un ulteriore studio dell’Università del Missouri va a sommarsi ai precedenti nel confermare quanto già ipotizzato: ascoltare musica allegra rende allegri, migliorando l’umore, rendendoci perfino felici.

«Il nostro studio fornisce il supporto a ciò che molte persone già fanno: ascoltano la musica per migliorare i loro stati d’animo – ha spiegato la dott.ssa Yuna Ferguson, che ha condotto lo studio – Anche se perseguire la felicità personale può essere vista come un comportamento egocentrico, la ricerca suggerisce che la felicità si riferisce a una maggiore probabilità di un comportamento socialmente utile, una migliore salute fisica, un reddito più elevato e una maggiore soddisfazione nelle relazioni».

Ferguson e colleghi hanno condotto lo studio in due tempi, scoprendo che i partecipanti avevano avuto successo nel migliorare i loro stati d’animo e, a breve termine, hanno aumentato la propria felicità generale – il tutto dopo due sole settimane di test, o ascolto della musica.

Tuttavia, anche in questo caso si sottolinea che molto dipende dal tipo di musica: se, per esempio, si vuole migliorare l’umore o lo stato d’animo si deve scegliere una musica allegra, piuttosto che una più cupa. Il confronto, in questo caso, è stato tra musiche di Copland in contrapposizione a quelle di Stravinsky. I partecipanti, istruiti al fine di cercare di migliorare il proprio umore, avevano riscosso successo con la musica di Copland, piuttosto che con Stravinsky. Nel secondo studio, i partecipanti hanno riferito i livelli più elevati di felicità dopo due settimane di sessioni di laboratorio in cui si ascoltavano musica “positiva”, supportati dall’intento di sentirsi più felici, rispetto al gruppo di controllo che ha ascoltato solo musica.
Anche il semplice ascoltare musica, senza l’intenzione di migliorare il proprio stato d’animo pare non sortire grandi effetti: qui si ribadisce l’importanza di “aprirsi alla musica” e dell’ascolto consapevole.

Vi lascio il link a due siti molto particolari: nel primo troverete la possibilità di creare la vostra “personale” sequenza di suoni della natura (grilli, vento tra le foglie, pioggia, suoni della foresta, ecc.), che molte persone trovano utili per il relax, mentre il secondo propone musiche differenti in base al vostro stato d’animo del momento, che sarete voi stessi a selezionare, vedendo cambiare il colore di un piccolo fantasma: le musiche non sono tutte di mio gradimento, ma l’idea in sé è interessante e originale!

http://naturesoundsfor.me/rain-sounds

http://ghostly.com/discovery/play

Anzi, no: vi lascio anche due video che, a mio parere, possono essere utili per darsi la carica al mattino, sono decisamente “energetiche” e positive.

Sheppard- Say Geronimo! (versione karaoke così potete cantarla a squarciagola!): un brano che non è solo ritmo ma che è ha un significato più profondo: più precisamente, la band rende omaggio ad un indiano,capo Apache, eroe di guerra, dal nome Geronimo (originariamente Goyathlay), e al fatto di urlare “Geronimo” all’atto di gettarsi dall’aereo ai tempi della guerra (per farsi coraggio)! Effettivamente, facendo una ricerca su questo nome, troviamo: “espressione usata per esprimere euforia, soprattutto quando si salta da una grande altezza o in movimento ad alta velocità”. (Fonte: Wikipedia)

Happy – Pharrell Williams. Un inno alla Vita, molto spensierato, molto “easy”.

Buon ascolto!

Fonti info: www.piusanuipiubelli.it , www.lastampa.it

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