Donne che corrono coi lupi

La mia ultima suggestione, il mio ultimo pensiero, oggi, va al “femminino” che alberga in tutte le donne. Poi, promesso, la smetto!

Donne che Corrono coi Lupi

Voto medio su 25 recensioni: Da non perdere

Donne che corrono coi lupi della psicoanalista Clarissa Pinkola Estés è un libro non facile, bisogna ammetterlo: alcune donne ne rimangono immediatamente rapite, mentre altre si sentono a disagio.. è necessario  forse trovarsi nella giusta disposizione d’animo per prendere in mano per la prima volta questo libro-culto di circa 570 pagine .. e poi la lettura scorrerà via liscia come l’olio, perché è come se l’Autrice, scrivendo, sia riuscita visceralmente a sintonizzarsi con il “femminino”, e quindi, con l’Anima di tutte le donne, risvegliandolo. Proprio il Risveglio graduale o improvviso, come uno schiaffo in pieno viso, consente a tutte – anche a chi non mastica affatto di psicologia – di comprendere riflessioni psicoanalitiche profonde. Il libro va tenuto sul comodino per poter essere ripreso in mano più volte, seguite dall’ispirazione del momento, o semplicemente per ricordarci sempre, anche quando siamo travolte dalla quotidianità più banale e grigia, che siamo una Donna Selvaggia, una delle tante “donne che corrono coi lupi”, per non dimenticare il nostro sapere ancestrale.

Clarissa Pinkola Estés si definisce una “curandera” e una “cantadora” e, in effetti, è entrambe le cose: è guaritrice in quanto psicanalista junghiana e cantastorie, nel senso che, attraverso le favole, le fiabe ed i miti delle tradizioni di tutto il mondo, ne disvela gli archetipi e li mette a conoscenza dei suoi pazienti.

Vorrei ricopiare per voi l’intera prefazione, scannerizzarla, leggervela ad alta voce, soprattutto se in questo momento siete giù di morale, se vi sentite aride, imbavagliate, confuse, depresse, affaticate, fragili, appiattite, ma non è possibile e non nascondo che mi devo fare violenza per sceglierne solo alcuni brani.

“La fauna selvaggia e la Donna Selvaggia sono specie a rischio. Nel tempo, abbiamo visto saccheggiare, respingere, sovraccaricare la natura istintiva della donna. Per lunghi tempi è stata devastata, come la fauna e i luoghi selvaggi. (…) Non è poi tanto difficile comprendere come mai le foreste antiche e le donne anziane sono considerate di bassa importanza. Non è un mistero insondabile. Non è mera coincidenza se i lupi e i coyote, gli orsi e le donne un po’ selvagge godono di una reputazione simile. Tutti si rifanno ad archetipi istintuali tra loro connessi, e pertanto sono erroneamente considerati privi di grazia e gentilezza, totalmente e istintivamente pericolosi e rapaci. (…) I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate (…). Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi, ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto di non lasciarne traccia.”.

“Sebbene allora non la chiamassi con questo nome, il mio amore per la Donna Selvaggia nacque quando ero ancora piccola. Ero un’esteta più che un’atleta, e il mio più grande desiderio era di essere un’estatica vagabonda. Alle sedie e ai tavoli preferivo la terra, gli alberi e le caverne, perché là sentivo di potermi appoggiare alla guancia di Dio”. Sempre il fiume chiamava .affinché lo si visitasse quando calava la notte. I campi avevano bisogno che qualcuno li percorresse per esprimersi in un fruscio (…)”

Il termine Donna Selvaggia non è ovviamente usato nel senso peggiorativo, con il significato di “incontrollato”, ma la precisazione è superflua, perché l’Autrice sa che le donne non possono fraintenderne il significato di queste due parole perché, udendole per la prima volta, “un’antica, antichissima memoria si rimescola e torna in vita”. La Donna Selvaggia è la nostra forza, la natura istintuale, la nostra psiche naturale, la creatività.

All’interno delle storie – ogni donna sentirà quella che più che le appartiene – ci sono gli ingredienti per il risveglio dell’Anima, ovvero tutto ciò che la cultura patriarcale e le Religioni Monoteiste Istituzionalizzate hanno finora tentato di distruggere, al fine di poter soggiogare le donne ed il loro potenziale divino, spirituale e psichico.

Altra possibile via di salvezza per tutte noi – suggerisce l’Autrice – è la creatività, il sapersi ritagliare un proprio spazio al di fuori della quotidianità al fine di poter dipingere, leggere, scrivere, dedicare del tempo all’arte e a ciò che a ciascuno di noi più piace fare.

Mai trovare l’alibi di non avere tempo o lamentarsi perché si deve dedicare tutto il proprio tempo a cose che si preferirebbe non fare ma che si “debbono fare” per essere considerate “responsabili” o di “rispettabili”! Occorre imparare a proteggere il proprio tempo e liberarsi da ogni complesso negativo e da ogni imposizione culturale, che, nei fatti, impedisce alla natura selvaggia ed istintuale di essere liberata.

L’autrice consiglia di seguire le 10 regole dei lupi per conoscere il territorio della Vita: mangiare, riposare, vagabondare, mostrare lealtà, amare i piccoli, cavillare al chiaro di luna, accordare le orecchie, occuparsi delle ossa, fare l’amore, ululare spesso.

Ecco, regalarsi o farsi regalare questo libro sarebbe un altro bel modo per festeggiare la Festa della Donna. Ululiamo insieme, dai!

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