Combattere il dolore fisico.. grazie all’olfatto

Eccovi una pillola psicologica di auto-aiuto che può essere di supporto alle vere pillole medicinali per combattere il dolore fisico.

Abitualmente, per alleviare le sofferenze non solo della mente ma anche del corpo, ci affidiamo ai farmaci, chimici o omeopatici che siano. Questo spesso funziona ma, in alcuni casi, può non essere sufficiente, perlomeno in tempi brevi, e ciò causa ansia e pensieri che negativi che, in un circolo vizioso, non fanno che aumentare la nostra sensazione dolorosa.

dolore

La cosa più terribile del dolore è proprio l’angoscia che esso continui ad esistere. Sento male e temo che peggiorerà. A volte il dolore è talmente intenso da abitare tutti i pensieri, senza lasciare posto ad altro, e ci induce a rimpicciolirci, fisicamente e nell’anima. L’unica cosa che vorremmo è metterci in posizione fetale, al buio, senza sentire nulla e nessuno, come se potessimo tornare magicamente in quell’ambiente meravigliosamente confortevole che è l’utero materno. Possiamo superare questo modo di soffrire solo capendo come funziona il meccanismo e ‘perché’. 

Il dolore non è nient’altro che la sensazione tramite la quale una parte del corpo richiede aiuto urgente alle altre; è quindi di per sé parte integrante del meccanismo di cura, è una cosa “utile”. Si può però – pur riconoscendole un merito – decidere di lasciare la sensazione del dolore a se stessa, non considerarla e in questo modo “staccarsene”. Si continua a sentire la sensazione fisica ma si interrompe ogni complicità mentale; la si fa rimbalzare immediatamente fuori dal cervello, la si rimanda a fare il suo lavoro, trattandola non come un mostro terrorizzante ma come un messaggio da ritrasmettere.

Lasciate dunque correre il dolore, non pensateci: il corpo sa già come usarlo nel modo migliore. In questo modo la mente non consuma le energie che le servono per combattere lo stato di emergenza e si ottiene il massimo sia dalla capacità del corpo di curarsi da solo sia dalla limitazione della sofferenza che il dolore provoca.

Voi a questo punto, lo so, penserete che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, che non è cosa semplice lasciar correre il dolore. Lo so, lo so benissimo, ma possiamo comunque tentare.

Il primo passo – anzi, l’unico passo – è la meditazione, intesa come rilassamento profondo, ascolto e respiro, nella quale la mente si ricompone con il corpo. 

A chi sta per obiettare che meditare è difficile, difficilissimo, chiedo ancora un attimo di pazienza. Vorrei in poche righe cercare di far capire che esistono diverse forme di meditazione. La meditazione non va intesa necessariamente come tentativo di fare “il vuoto assoluto” nella mente, quanto piuttosto come modo per “riprendersi i sensi”; meditare è portare attenzione consapevole sul momento attuale, sul “qui e ora”, e può essere praticata da sdraiati, ma anche da seduti, in piedi, camminando. Tutto questo l’ho imparato da un libro straordinario, trovato su una bancarella dell’usato qualche anno fa, con le pagine consunte e che profumano di cantina, e che ho scoperto essere un “cult”: Riprendersi i sensi di Jon Kabat-Zinn. Semplicemente meraviglioso: la terza parte di questo volumone è dedicata al mondo sensoriale, “la nostra unica vita selvaggia e preziosa”. Noi conosciamo il mondo solo attraverso i sensi eppure li usiamo poco, li abbiamo resi “atrofizzati” perdendo parte del loro potere. Ecco, riportare la consapevolezza sui sensi vuol dire meditare.

Riprendere i Sensi Riprendere i SensiGuarire se stessi e il mondo attraverso la consapevolezza – Nuova edizione

Jon Kabat-Zinn

Compralo su il Giardino dei Libri

In particolare, mi vorrei soffermare su quelli che l’Autore chiama “panorami olfattivi”, perché per combattere il dolore fisico, c’è un trucco che aiuta a distrarre il cervello dal male e che sfrutta proprio il senso dell’odorato. Si tratta di annusare e sentire il più possibile qualsiasi odore si percepisca. Sembra che il sistema funzioni perché il cervello umano si è sviluppato appropriandosi di parte degli organi sensori dell’olfatto; annusando si fa una vera e propria opera di sabotaggio dell’attenzione della mente – che può fare bene una sola cosa per volta – impedendole di occuparsi d’altro.

Potremmo tentare di ottimizzare questa scoperta mettendo vicino a noi, a portata di naso, un diffusore, una candela, o semplicemente un batuffolo di cotone che sprigioni una fragranza a noi cara, oppure – meglio – fare ricorso all’aromaterapia, scegliendo in base all’istinto o facendosi consigliare da un esperto in materia.

aromaterapia

Non relegate l’aromaterapia nell’ambito delle stregonerie fuori moda, perché è veramente antichissima e purtroppo poco studiata in ambito accademico, ma è ormai certo che essa è in grado di agire sul sistema endocrino (cioè ormonale) in modo differente in base agli oli e alle essenze utilizzate: ci sono evidenze scientifiche che dimostrano come i diversi aromi possono alleviare l’ansia, risolvere l’insonnia e la nausea nei pazienti chirurgici, aiutandoli a superare meglio la fase post-operatoria.

Se il solo olfatto non vi basta, portate attenzione a tutti i sensi, ascoltate gli uccellini che cantano fuori dalla finestra, prestate consapevolezza alla brezza che vi accarezza la pelle; non ostacolate il dolore contraendovi per non sentirlo: non funziona.

Lasciate dunque che il dolore sia, ma contemporaneamente riempite i sensi di tutto ciò che esiste oltre al dolore.

Fonti info: “Diventare Dio in 10 mosse” – Jacopo Fo; Stea S. et al. Essential Oils for Complementary Treatment of Surgical Patients: State of the Art. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine Volume 2014 (2014), Article ID 726341, 6 pages

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*